Vulnerabilità in Zimbra sfruttata in-the-wild

 
Tratto da Blog Kaspersky
Autore: Editorial Team – 17/10/2022
 

I server con installato Zimbra Collaboration Suite sono stati attaccati attraverso un’utility per decomprimere gli archivi

 

 

Gli esperti di Kaspersky hanno rilevato che gruppi APT sconosciuti stanno attivamente sfruttando la vulnerabilità CVE-2022-41352, recentemente scoperta nel software Zimbra Collaboration. Almeno uno di questi gruppi sta attaccando i server vulnerabili in Asia Centrale.

Cos’è CVE-2022-41352 e perché è così pericolosa?

Questa vulnerabilità risiede nell’utility di archiviazione cpio, utilizzata dal software di sicurezza integrato nella suite Zimbra, denominato Amavis, il quale decomprime e analizza gli archivi. Gli hacker possono creare un archivio .tar dannoso con all’interno una web-shell e inviarlo a un server che esegue il software Zimbra Collaboration vulnerabile. Quando Amavis inizia a controllare questo archivio, richiama l’utility cpio che decomprime la web-shell in una delle directory pubbliche. A questo punto i criminali devono solo eseguire la loro web-shell e iniziare a eseguire comandi arbitrari sul server attaccato. In altre parole, questa vulnerabilità è simile a quella del modulo tarfile.

Potete trovare una descrizione tecnica più dettagliata della vulnerabilità nel post sul blog di Securelist. Tra l’altro, il post include un elenco con le directory in cui gli hacker hanno collocato la loro web-shell (nei casi analizzati dai nostri esperti).

L’aspetto particolarmente pericoloso è che l’exploit per questa vulnerabilità è stato aggiunto al Metasploit Framework, uno strumento in teoria creato nell’ambito di un proggetto di sicurezza informatica e pentesting, ma che in realtà viene spesso utilizzata dai criminali informatici per attacchi reali. Quindi, l’exploit per CVE-2022-41352 ora può essere utilizzato anche da criminali informatici alle prime armi.

Come proteggersi

Il 14 ottobre Zimbra ha rilasciato una patch insieme alle istruzioni per l’installazione, quindi la prima cosa da fare è logicamente installare gli aggiornamenti più recenti che si possono trovare qui. Se per qualche motivo non è possibile installare la patch, esiste un workaround: l’attacco può essere evitato installando l’utility pax su un server vulnerabile. In questo caso, Amavis utilizzerà pax per decomprimere gli archivi .tar invece di cpio. Tuttavia, non dimenticate che questa non è una vera soluzione al problema: in teoria, gli hacker possono trovare un altro modo per sfruttare cpio.

Le soluzioni Kaspersky rilevano e bloccano con successo i tentativi di sfruttamento della vulnerabilità CVE-2022-41352.

Per ulteriori informazioni: dircom@argonavis.it

20 Ottobre 2022

AdvancedIPSpyware: il backdoored che colpisce le aziende

 
Tratto da www.bitmat.it
Autore:  Redazione BitMAT – 13/10/2022
 

Kaspersky ha scoperto AdvancedIPSpyware, una versione con backdoor di Advanced IP Scanner presenta un’architettura insolita ed è la copia quasi identica del sito web legittimo

AdvancedIPSpyware
 

In un recente report sul crimeware, gli esperti di Kaspersky hanno descritto AdvancedIPSpyware. Si tratta di una versione con backdoor dello strumento legittimo Advanced IP Scanner, utilizzato dagli amministratori di rete per controllare le reti locali (LAN). Lo strumento dannoso ha colpito un vasto pubblico con aziende vittime in Europa Occidentale, America Latina, Africa, Asia Meridionale, Australia e Paesi della CSI, raggiungendo un numero complessivo di circa 80 vittime.

Testo estratto dall’articolo pubblicato su www.bitmat.it

14 Ottobre 2022

Qbot: il trojan bancario adesso colpisce le aziende

 
Tratto da www.bitmat.it
Autore:  Redazione BitMAT – 07/10/2022
 

Gli esperti Kaspersky segnalano una campagna malware Qbot. I criminali informatici intercettano conversazioni esistenti e si inseriscono per diffondere file malevoli

 

Qbot
 

Dopo un periodo di tregua, sta tornando una campagna dannosa che prende di mira le organizzazioni con il pericoloso malware Qbot. Kaspersky ha identificato una nuova ondata di attività con oltre 1.500 utenti colpiti dal 28 settembre 2022. Tra i Paesi più attaccati ci sono gli Stati Uniti con 193 utenti, seguiti da Italia con 151, Germania con 93 e India con 74 (al 4 ottobre 2022). Kaspersky ha finora scoperto più di 400 siti web infetti che diffondono Qbot.

Qbot è un noto Trojan bancario, in grado di rubare i dati e le e-mail degli utenti dalle reti aziendali infette, di diffondersi ulteriormente nella rete e di installare ransomware o altri Trojan su altri dispositivi della rete. I criminali informatici presumibilmente intercettano le e-mail attive che riguardano conversazioni su questioni di lavoro e inviano ai destinatari un messaggio contenente un link con un file archiviato con una password da scaricare per infettare i loro dispositivi con un trojan bancario. Per convincere gli utenti ad aprire o scaricare il file, gli attaccanti di solito affermano che contiene alcune informazioni importanti, come un’offerta commerciale. Questo schema rende questi messaggi più difficili da individuare e aumenta le probabilità che il destinatario cada nella trappola.

Testo estratto dall’articolo pubblicato su www.bitmat.it

10 Ottobre 2022

Le estensioni del browser sono più pericolose di quanto sembrano

 
Tratto da Blog Kaspersky
Autore:  Anastasia Starikova – 20/09/2022
 
 
Tutti abbiamo probabilmente installato almeno una volta un’estensione per il browser, ad esempio, un ad-blocker, un traduttore online, un correttore ortografico o altro. Tuttavia, pochi di noi si fermano a pensare: “è sicuro?”. Purtroppo queste estensioni, apparentemente innocue, possono essere molto più pericolose di quanto non sembrino a prima vista.
 

Cosa sono e cosa fanno le estensioni?

Un’estensione del browser è un plug-in che aggiunge funzionalità al browser. Ad esempio, può bloccare gli annunci pubblicitari sulle pagine web, prendere appunti, controllare l’ortografia e molto altro ancora. Per i browser più diffusi, esistono negozi ufficiali di estensioni che aiutano a selezionare, confrontare e installare i plug-in desiderati. Tuttavia, le estensioni possono essere installate anche da fonti non ufficiali.

È importante sottolineare che, per svolgere il proprio lavoro, un’estensione deve avere il permesso di leggere e modificare il contenuto delle pagine web visualizzate nel browser.

Nel caso di Google Chrome, le estensioni chiederanno il permesso di leggere e modificare tutti i dati dell’utente su tutti i siti web visitati.

Tutto ciò rappresenta un’opportunità per i criminali informatici dato che ne approfittano per distribuire adware e persino malware sotto le sembianze di estensioni apparentemente innocue.

Per quanto riguarda le estensioni adware, il diritto di alterare il contenuto visualizzato consente loro di mostrare annunci sui siti che l’utente visita con frequenza. In questo caso, i creatori delle estensioni guadagnano soldi dagli utenti che cliccano sui link affiliati e tracciati che li portano verso i siti web degli inserzionisti. Per ottenere contenuti pubblicitari più mirati, possono anche analizzare le query di ricerca e altri dati.

Le conseguenze sono ancora peggiori quando si tratta di estensioni dannose. Se un hacker ha accesso ai contenuti di tutti i siti web visitati, potrebbe rubare i dati delle carte di credito, i cookie e altre informazioni sensibili.

Alcune estensioni dannose:

  • adware con funzionalità WebSearch;
  • add-on di tipo DealPly;
  • estensioni della famiglia AddScript;
  • FB Stealer.
Gli esperti Kaspersky hanno elaborato un report  sulle principali estensioni dannose per il browser.
 

Come proteggersi

Le estensioni del browser sono strumenti utili, ma è importante installarle con cautela e tenere presente che non sono sempre così innocue come si potrebbe pensare. Quindi, vi suggeriamo di adottare le seguenti misure di sicurezza:

  • Scaricate le estensioni solo da fonti ufficiali. Ricordate che questa non è una garanzia di sicurezza assoluta: ogni tanto qualche estensione pericolosa riesce a penetrare negli store ufficiali. Tuttavia, queste piattaforme di solito ci tengono alla sicurezza degli utenti e rimuovono le estensioni dannose.
  • Non installate troppe estensioni e controllate regolarmente l’elenco. Se nell’elenco appare qualche estensione che non avete installato voi stessi, è bene preoccuparsi.
  • Utilizzate una soluzione di sicurezza affidabile.

Testo estratto dall’articolo pubblicato sul Blog Kaspersky

21 Settembre 2022

Disponibili le patch per 64 vulnerabilità nei prodotti Microsoft

 
Tratto da Blog Kaspersky
Autore:  Editorial Team – 16/09/2022
 
 
Microsoft ha rilasciato una patch per 64 vulnerabilità presenti in una serie di prodotti e componenti di diverso tipo, da Windows e Office, a Defender e Azure.

Cinque vulnerabilità sono critiche. Due vulnerabilità sono state diffuse prima del rilascio della patch (il che le rende tecnicamente zero-days), mentre una è già stata sfruttata da alcuni cybercriminali.

Si consiglia di installare gli aggiornamenti il prima possibile.

Vulnerabilità critiche

Tutte e cinque le vulnerabilità critiche appena corrette appartengono alla classe RCE (Remote Code Execution), ovvero possono essere utilizzate per eseguire codice arbitrario sui computer delle vittime.

  • CVE-2022-34718: si tratta di un bug presente nel protocollo TCP/IP di Windows, con un punteggio CVSS pari a 9,8. Un utente non autorizzato può utilizzarlo per eseguire codice arbitrario sul computer Windows attaccato con il servizio IPSec abilitato inviandogli un pacchetto IPv6 appositamente creato.
  • CVE-2022-34721 e CVE-2022-34722: si tratta di due vulnerabilità nel protocollo Internet Key Exchange che consentono a un criminale di eseguire codice dannoso inviando un pacchetto IP a un computer vulnerabile. Entrambe hanno un punteggio CVSS pari a 9,8. Nonostante queste vulnerabilità interessino solo la versione del protocollo IKEv1, Microsoft ricorda che tutti i sistemi Windows Server sono vulnerabili perché accettano pacchetti sia v1 che v2.
  • CVE-2022-34700 e CVE-2022-35805: sono due vulnerabilità che interessano il software di Microsoft Dynamics CRM. Se sfruttate, consentono a un utente autenticato di eseguire comandi SQL arbitrari, dopodiché l’hacker può aumentare i propri diritti ed eseguire comandi all’interno del database di Dynamics 365 con diritti di db_owner. Dato che un utente malintenzionato deve in qualche modo autenticarsi, il punteggio CVSS assegnato a queste vulnerabilità è leggermente inferiore ad altri (8,8), ma sono comunque considerate critiche.

Altre vulnerabilità sono elencate nell’articolo del Blog Kaspersky

19 Settembre 2022