La proposta di Argonavis per il backup dei server in cloud

 
Autore: Redazione Argonavis
 

Gli attacchi malware all’interno delle reti sono oggi aumentati così come sono aumentate le perdite di dati sia sui server in linea sia sui server di backup.

Diventa quindi indispensabile che i backup vengano fatti sia sui sistemi interni alle aziende sia all’esterno delle medesime, in modalità off-site, con soluzioni che ne garantiscano l’immutabilità.

Con Veeam Cloud Connect è possibile portare facilmente i backup delle macchine virtuali in un datacenter remoto e sicuro con un semplice click.

La soluzione è dedicata a chi già utilizza Veeam per i backup on-site e permette di usare l’infrastruttura di un datacenter esterno come storage di backup.

 

Argonavis propone l’adozione dei servizi di datacenter di Reevo, partner qualificato Veeam, che dispone di un’infrastruttura Veeam Cloud Connect i cui punti di forza sono:

  • nessuna VPN e backup remoti sempre disponibili: non è necessario avere una VPN con il datacenter ma la stessa console Veeam di gestione permette di creare dei job di backup come se fossero backup locali; i backup remoti su datacenter saranno sempre disponibili anche se l’infrastruttura di backup locale viene danneggiata;
  • modalità agentless: il backup è reso possibile in modalità totalmente agentless grazie all’utilizzo diretto delle API messe a disposizione da VMware;
  • crittografia durante il trasferimento: i trasferimenti sono protetti tramite cifratura e con copie multiple su nodi diversi garantendo la costante accessibilità dei dati;
  • Insider Protection: i dati in cloud, cancellati accidentalmente o in modo malevolo, non vengono eliminati definitivamente ma vengono spostati in un cestino virtuale al quale il solo service provider ha accesso e possono essere da esso ripristinati;
  • Hardened Linux Repository: il cliente può garantirsi l‘immutabilità del dato per il periodo di tempo da lui indicato nella console di Veeam on premise. In questo caso, nell’eventualità di un attacco malevolo, o accidentale, il malintenzionato non potrà in alcun modo cancellare i dati;
  • WAN Acceleration: tecnologia di Veeam che ottimizza il trasferimento dei dati verso siti esterni: lato datacenter la WAN Acceleration è già inclusa nel servizio; lato on premise, il cliente deve essere in possesso della versione Enterprise o Enterprise Plus.

Per ulteriori informazioni o quesiti tecnici: dircom@argonavis.it

1 Marzo 2022

Endian Switchboard 6.2.0 Release

 

La release di Endian Switchboard 6.2.0 aggiunge alla piattaforma una nuova importante funzionalità: il Messaging Center

 

 

Release Highlights:

Ecco le nuove e migliorate caratteristiche di Endian Switchboard 6.2.0:

  • Messaging Center: grazie al nuovissimo Messaging Center, è ora possibile inviare facilmente diversi tipi di comunicazioni agli utenti Switchboard, scegliendo tra vari tipi di messaggio: è possibile selezionare banner, notifiche e agreement e assegnare a ciascuno di loro un colore differente,  a seconda del livello di criticità.
  • Miglioramenti del Firewall: sono stati apportati numerosi miglioramenti all’intera architettura con l’obiettivo di semplificare la creazione, la modifica e la gestione delle regole Firewall.
  • Filtro GeoIP: Una delle aggiunte più importanti è il filtro GeoIP, che permette agli utenti di consentire o bloccare facilmente il traffico da vari paesi.
  • Miglioramenti di sistema: per rendere sempre più efficiente, performante e stabile lo Switchboard, sono stati apportati profondi miglioramenti al codice.

Maggiori informazioni nella pagina Endian Switchboard 6.2.0 Release Notes.

9 Febbraio 2022

Proteggere i dispositivi IoT di rete o proteggere la rete dai dispositivi IoT?

 
Tratto da Blog Kaspersky
Autore: Nikolay Pankov – 07/06/2021
 
 
I dispositivi IoT tendono ad aumentare notevolmente la superficie di attacco di un’azienda, ma si possono ridurre i rischi.
 
 

 

Nella conferenza Into the Mind of an IoT Hacker (“Nella mente di un Hacker IoT”) tenutasi alla RSA Conference 2021, gli specialisti della sicurezza Itzik Feiglevitch e Justin Sowder hanno sollevato la questione delle vulnerabilità presenti nei vari dispositivi IoT e il trattamento speciale che richiedono per salvaguardare la cybersecurity aziendale. I ricercatori hanno offerto alcuni esempi sorprendenti che mostrano lo situazione della sicurezza IoT nelle aziende di oggi.

Pochi specialisti di cybersecurity tengono traccia dei sistemi hardware IoT aziendali. Molto spesso ascensori intelligenti, sensori di ogni tipo, sistemi IPTV, stampanti, telecamere di sorveglianza e simili sono solo una collezione eterogenea di dispositivi disparati, ognuno con il proprio sistema operativo e i propri protocolli, e molti sono privi di qualsiasi tipo di interfaccia di controllo adeguata… insomma, potete farvi un’idea del panorama. La vostra azienda potrebbe avere migliaia di dispositivi IoT da monitorare.

Perché i dispositivi IoT aggiungono ulteriori rischi alla sicurezza informatica?

I dispositivi IoT non sono sempre considerati come appartenenti all’infrastruttura principale; se una stampante di rete normalmente conta come un dispositivo di rete, non è lo stesso per i componenti di “smart building” o per i sistemi di telefonia IP. Eppure, questi dispositivi tendono a essere collegati alla stessa rete delle workstation aziendali.

Il ricambio del personale può complicare ulteriormente la situazione. Quante più persone entrano e abbandonano la divisione IT e di cybersecurity dell’azienda, maggiore sarà la probabilità che una nuova persona non sappia nulla dello “zoo” di dispositivi IoT collegato alla rete.

Tuttavia, forse l’aspetto più grave è che alcuni di quei dispositivi sono accessibili dall’esterno. Le ragioni possono essere legittime (controllo da parte del vendor su alcuni aspetti di un dispositivo, disponibilità di lavoro da remoto, manutenzione), eppure il fatto che ci siano dispositivi sulla rete aziendale che sono costantemente collegati a Internet, costituisce un gran bel rischio.

Può sembrare paradossale ma la robustezza stessa dell’elettronica moderna è un altro fattore di rischio: alcuni dispositivi IoT hanno una vita molto lunga e funzionano in ambienti di sicurezza molto più complessi di quelli per cui sono stati progettati.

Per esempio, alcuni dispositivi eseguono sistemi operativi obsoleti e vulnerabili che non vengono più aggiornati e, anche quando l’aggiornamento è disponibile, può essere necessario accedere fisicamente al dispositivo, un compito che a volte può essere difficile se non impossibile. Alcuni dispositivi presentano password che non possono essere cambiate, backdoor di debugging erroneamente lasciate nella versione finale del firmware e molte altre sorprese che rendono la vita di un professionista della sicurezza IT davvero movimentata.

Perché ai criminali informatici interessano i dispositivi IoT?

I criminali informatici trovano interessanti i dispositivi IoT  per diverse ragioni, sia per le possibilità che offrono per portare a termine attacchi all’azienda ospite, sia per gli attacchi ad altre aziende. I principali usi dei dispositivi intelligenti compromessi sono:

  • Creare una botnet per attacchi DDoS;
  • Effettuare il mining di criptomonete;
  • Rubare informazioni riservate;
  • Sabotare l’azienda dall’interno;
  • Avere un trampolino di lancio per ulteriori attacchi e movimenti laterali nella rete.

Casi di studio

I ricercatori hanno descritto alcuni casi che sono abbastanza sorprendenti, che si riferiscono sia a dispositivi standard collegati a Internet, sia ad apparecchiature piuttosto specializzate. Due esempi di spicco riguardano apparecchiature a ultrasuoni e dispositivi che utilizzano protocolli Zigbee.

Apparecchiature a ultrasuoni

Le aziende moderne che lavorano nel settore sanitario fanno uso di numerosi dispositivi IoT. Per testare la sicurezza di tali dispositivi, i ricercatori hanno acquistato un’apparecchiatura a ultrasuoni usata per violarne la sicurezza. Hanno avuto bisogno solo di cinque minuti circa per raggiungere il loro scopo, perché il dispositivo eseguiva una versione di Windows 2000 che non era mai stata aggiornata. Inoltre, non solo sono stati in grado di ottenere il controllo del dispositivo, ma anche di accedere ai dati dei pazienti che il precedente proprietario non aveva eliminato.

I medici spesso usano i dispositivi medici per anni, o addirittura decenni, senza aggiornarli o effettuare l’upgrade. È comprensibile se durante gli anni continuano a funzionare bene; tuttavia, la vita di questi dispositivi non finisce nella prima azienda che li ha acquistati, spesso continua in un’altra azienda alla quale sono stati rivenduti.

Protocolli Zigbee

Le aziende utilizzano i protocolli di rete Zigbee (sviluppati nel 2003 per la comunicazione wireless ad alta efficienza energetica tra dispositivi), per costruire reti mesh e spesso per collegare vari componenti all’interno di un edificio intelligente. Il risultato è un gateway in ufficio che controlla decine di dispositivi diversi come, ad esempio, un sistema di illuminazione intelligente.

Alcuni ricercatori ritengono che un criminale informatico potrebbe facilmente emulare un dispositivo Zigbee su un normale computer portatile, connettersi a un gateway e installare un malware. Il criminale informatico dovrebbe solo trovarsi all’interno dell’area di copertura della rete Zigbee, per esempio nella hall dell’ufficio. Una volta preso il controllo del gateway, potrebbe sabotare il lavoro dell’azienda in molti modi, per esempio spegnendo il sistema di illuminazione intelligente dell’ intero edificio.

Come rendere sicura una rete aziendale

I responsabili della sicurezza a volte non sanno se devono proteggere i dispositivi IoT sulla rete aziendale o proteggere la rete aziendale dai dispositivi IoT. In realtà, entrambi i problemi andrebbero risolti. L’importante è assicurarsi che ogni elemento e azione sulla rete sia visibile. Per garantire una reale  sicurezza aziendale bisogna innanzitutto identificare tutti i dispositivi collegati alla rete, classificarli correttamente e, idealmente, analizzare i rischi associati.

Il passo successivo è, ovviamente, quello di segmentare la rete servendosi dei risultati dell’analisi. Se un dispositivo è necessario e insostituibile ma contiene una vulnerabilità che gli aggiornamenti non possono risolvere, allora è necessario configurare la rete per negare ai dispositivi vulnerabili l’accesso a Internet e anche per rimuovere il loro accesso ad altri segmenti di rete. Insomma, bisognerebbe seguire il concetto di Zero Trust per la segmentazione.

Il monitoraggio del traffico di rete per le anomalie nei segmenti rilevanti è anche fondamentale per poter rintracciare i dispositivi IoT compromessi utilizzati per gli attacchi DDoS o il mining.

Infine, per il rilevamento precoce di attacchi avanzati che impiegano dispositivi IoT come sistemi di appiglio alla rete per poi accedere ad altri sistemi, è indispensabile l’uso di una soluzione EDR.

9 Giugno 2021

Proteggere le reti aziendali da attacchi informatici

 

 

Il tessuto imprenditoriale italiano è costituito per più del 95% da aziende con meno di dieci collaboratori e i pirati informatici lo sanno bene: si stima, infatti, che negli ultimi anni circa la metà delle PMI sia stata colpita da cyber attacchi. Spesso, i criminali fanno leva sull’errore umano e sulla poca conoscenza di rischi come phishing e ransomware per riuscire a entrare nelle reti aziendali e provocare danni.

Proteggersi da queste minacce non è difficile, se ci si dota degli strumenti giusti. Endian, vendor di riferimento per tecnologie di sicurezza in ambito IoT e Industria 4.0, ti invita a partecipare a questo webinar, in cui si approfondirà il tema della cybersecurity in ambito aziendale e si parlerà di UTM, la soluzione Endian che permette di proteggere al meglio reti e dispositivi in maniera semplice e intuitiva.

Agenda:

  • Chi è Endian
  • Cos’è l’UTM
  • A cosa serve l’UTM
  • Come strutturare la tua rete con l’aiuto di un UTM.

 

6 Maggio 2021

Veeam Backup & Replication è ora in grado di eseguire il backup nativo dell’ambiente Azure

Tratto da Blog Veeam
Autore: David Hill – 12/04/2021
 

Veeam Backup for Microsoft Azure consente la creazione completamente automatizzata di snapshot e backup nativi delle macchine virtuali (VM) di Microsoft Azure, incluso l’offload di tali macchine nello storage Azure Blob per una maggiore efficienza dei costi nel cloud.  Il ripristino è altrettanto potente e offre le funzionalità per eseguire opzioni di ripristino a livello di file o completo all’interno di Azure oppure all’esterno su qualsiasi altra piattaforma supportata. L’appliance può essere facilmente implementata direttamente da Azure Marketplace in pochi minuti. Questo rimane valido anche per la versione 2, ma per chi utilizza ambienti ibridi protetti da Veeam, questa appliance può ora essere implementata e gestita direttamente da Veeam Backup & Replication.

Backup nativo di Azure con Veeam Backup & Replication

Veeam Backup & Replication supporta diverse piattaforme ed ora è estremamente facile aggiungere un ambiente Microsoft Azure nella console. Questa nuova integrazione consente di proteggere e ripristinare facilmente in modo nativo i carichi di lavoro di Microsoft Azure con la stessa console Veeam Backup & Replication che viene utilizzata per tutti gli altri job.

 

 

Per la configurazione iniziale si hanno a disposizione due opzioni: 1) la connessione a un’appliance di Veeam Backup for Microsoft Azure già esistente (già implementata) oppure 2) implementarne una nuova. Una volta completati i pochi passaggi necessari per la connessione, tutte le policy di backup e i backup possono essere gestiti direttamente all’interno di Veeam Backup & Replication.

 

 

Snapshot, backup e ripristini vengono tutti gestiti direttamente tramite la console di Veeam Backup & Replication. Grazie alle integrazioni di Veeam Backup & Replication, non si è neppure limitati al ripristino in Azure, poiché è possibile anche eseguirlo su qualsiasi piattaforma supportata, inclusi altri provider cloud. Questa nuova integrazione si basa sulla strategia di Cloud Data Management di Veeam, che consente di proteggere adeguatamente i dati alla sorgente, spostarli dove serve e quando serve, oltre a proteggerli adeguatamente a destinazione, il tutto da un unico piano di controllo.

 

 

 

Tiering nello storage Azure Blob ad accesso frequente o infrequente

Sebbene a volte sia facile pensare di utilizzare gli snapshot esclusivamente a scopo di backup, è importante considerare anche i requisiti di retention dei dati. Con Veeam Backup for Microsoft Azure, i backup possono essere eseguiti e scaricati nello storage Microsoft Blob per la retention dei dati a basso costo e a lungo termine. Lo storage Microsoft Azure Blob offre diversi livelli per diversi casi d’uso, che generalmente sono incentrati sulla frequenza di accesso ai dati.

Veeam Backup for Microsoft Azure ora supporta il tier di storage infrequente di Azure Blob (oltre al tier ad accesso frequente già supportato), consentendo di includere i requisiti di costo rispetto alla frequenza in qualsiasi policy di backup. Per i requisiti di storage dei dati a lungo termine che intendono soddisfare le raccomandazioni di conformità, è possibile utilizzare lo storage ad accesso infrequente, con l’aspettativa che i dati rimangano sul posto per più di 30 giorni. Lo storage ad accesso frequente viene invece generalmente utilizzato per archiviare i dati a cui si accede frequentemente e che vengono eliminati regolarmente.  Con l’introduzione del supporto per entrambi questi livelli, Veeam Backup for Microsoft Azure fornisce le funzionalità per creare una vera policy di protezione dei dati per il ripristino rapido o la retention dei dati a lungo termine, il tutto controllando le spese del cloud.

 

 

Consistenza a livello applicativo

L’esecuzione di backup è sempre fondamentale per proteggere i dati, ma è altrettanto importante assicurarsi che i dati di backup siano coerenti. L’ultima release di Veeam Backup for Microsoft Azure consente di definire policy di backup per acquisire snapshot application-aware per VM Microsoft Windows o eseguire script di backup pre e post-job per VM Microsoft Windows o Linux.

 

 

Questa modalità offre una maggiore coerenza durante la protezione dei carichi di lavoro, come ad esempio i database in esecuzione. È possibile eseguire degli script per arrestare il database prima di eseguire un backup e riportarlo online dopo il backup.

 

Procedura guidata per le policy migliorata

Insieme a tutte le nuove capacità introdotte in Veeam Backup for Microsoft Azure, è stata inclusa una procedura guidata per la creazione delle policy migliorata, per un utilizzo più ottimizzato. La procedura guidata per la creazione delle policy introduce funzionalità incentrate sulla pianificazione armonizzata, consentendo di scegliere opzioni giornaliere, settimanali, mensili e annuali, oltre a poter selezionare diversi repository di backup per la pianificazione.

16 Aprile 2021