PhantomLance: un Trojan su Google Play

Gli esperti di Kaspersky hanno individuato su Google Play il Trojan backdoor per Android denominato PhantomLance.

 

Lo scorso luglio, i nostri colleghi di Doctor Web hanno rilevato un  Trojan backdoor su Google Play. Queste scoperte non sono esattamente cosa di tutti i giorni, ma non sono nemmeno così rare, i ricercatori possono rilevare dei Trojan su Google Play  e spesso centinaia tutti in una volta.

Questo backdoor, tuttavia, era sorprendentemente sofisticata rispetto ai malware che si è soliti trovare su Google Play, così i nostri esperti hanno deciso di scavare più a fondo. Hanno condotto una loro indagine e hanno scoperto che il malware fa parte di una campagna dannosa (che abbiamo denominato PhantomLance), in corso dalla fine del 2015.

Cosa può fare PhantomLance

I nostri esperti hanno rilevato diverse versioni di PhantomLance. Nonostante la sua crescente complessità e le differenze nel tempo di apparizione, sono abbastanza simili in termini di funzionalità.

L’obiettivo principale del Trojan PhantomLance è quello di raccogliere informazioni riservate dal dispositivo della vittima. Il malware è in grado di fornire ai suoi creatori dati di localizzazione, registro delle chiamate, messaggi di testo, elenchi di applicazioni installate e informazioni complete sullo smartphone infetto. Inoltre, le sue funzionalità possono essere ampliate in qualsiasi momento semplicemente caricando moduli aggiuntivi dal server C&C.

Diffusione di PhantomLance

Google Play è la principale piattaforma di distribuzione del malware. È stato trovato anche in repository di terze parti, ma per la maggior parte delle volte si tratta per lo più di copie dell’app store ufficiale di Google.

Possiamo dire con certezza che le prime app infettate da una versione del Trojan sono comparse nello store nell’estate del 2018. Il malware è stato trovato nascosto in utility per la modifica di font, per la rimozione di annunci, per la pulizia del sistema e così via.

Un’app su Google Play che si è scoperto contenere la backdoor PhantomLance.

Le applicazioni contenenti PhantomLance sono state tutte rimosse da Google Play, naturalmente, ma si possono ancora trovare delle copie in repository mirror. Ironia della sorte, alcuni di questi repository mirror affermano che il pacchetto di installazione di PhantomLance sia stato scaricato direttamente da Google Play, rassicurando l’utente circa l’assenza di virus.

Come hanno fatto i cybercriminali a introdurre di nascosto il loro Trojan nello store ufficiale di Google? In primo luogo, per una maggiore autenticità, i cybercriminali hanno creato un profilo di ogni sviluppatore su GitHub. Questi profili contenevano  semplicemente una specie di contratto di licenza. Tuttavia, avere un profilo su GitHub apparentemente conferisce agli sviluppatori una certa rispettabilità.

In secondo luogo, le app che i creatori di PhantomLance hanno inizialmente caricato nello store non erano dannose. Le prime versioni dei programmi non contenevano alcuna caratteristica sospetta, e quindi hanno superato i controlli di Google Play a pieni voti. Solo qualche tempo dopo, con gli aggiornamenti, le app hanno acquisito caratteristiche dannose, come la capacità di rubare dati.

Gli obiettivi di PhantomLance

A giudicare dalla geografia della sua diffusione, così come dalla presenza di versioni vietnamite delle applicazioni dannose negli store online, riteniamo che i principali obiettivi dei creatori di PhantomLance fossero gli utenti provenienti dal Vietnam.

Inoltre, i nostri esperti hanno rilevato una serie di caratteristiche che collegano PhantomLance con il gruppo OceanLotus,  responsabile della creazione di una gamma di malware rivolta anch’essa agli utenti del Vietnam.

Il set di strumenti malware OceanLotus precedentemente analizzato comprende una famiglia di backdoor macOS, una famiglia di backdoor Windows e un set di Trojan Android, la cui attività è stata individuata nel periodo 2014-2017. I nostri esperti sono giunti alla conclusione che PhantomLance sia subentrata ai suddetti Trojan Android a partire dal 2016.

PhantomLance è vincolato ad altre armi malware di  OceanLotus.

Come proteggersi da PhantomLance

Uno dei consigli che ripetiamo spesso nei post sul malware per Android è: “installate le applicazioni solo da Google Play”. Tuttavia, PhantomLance dimostra ancora una volta che il malware può talvolta ingannare anche i giganti di Internet.

Google si impegna molto per mantenere il suo app store sicuro e libero da malware (altrimenti ci imbatteremmo molto più spesso in software dannosi o sospetti), ma le capacità dell’azienda non sono infinite e gli hacker hanno molta inventiva. Pertanto, il semplice fatto che un’app sia su Google Play non è garanzia di sicurezza. Considerate sempre altri fattori per non essere vittime di Trojan su Android:

  • Date la preferenza alle applicazioni di sviluppatori di fiducia;
  • Prestate attenzione alle valutazioni delle app e alle recensioni degli utenti;
  • Analizzate attentamente le autorizzazioni che un’ applicazione richiede, e non esitate a rifiutare se pensate che siano eccessive. Ad esempio, un’app meteo probabilmente non ha bisogno di accedere ai vostri contatti e messaggi o un filtro fotografico non ha bisogno di conoscere la vostra posizione;
  • Analizzate le app installate sul vostro dispositivo Android servendovi di una soluzione di sicurezza affidabile.

 

Autore
Pavel Shoshin
Kaspersky blog

6 Maggio 2020

Tool per decifrare il ransomware Shade

I ricercatori di Kaspersky hanno pubblicato un decryptor che può aiutare a recuperare i file cifrati da tutte le varietà del ransomware Shade/Troldesh.

Ricordate il ransomware Shade? Abbiamo scritto questo post perché non è più una minaccia ormai  e potrete riavere i vostri file, anche quelli cifrati dalle ultime versioni di Shade. Vediamo come è andata.

Cos’è il ransomware Shade?

Shade, conosciuto anche come Troldesh, è uno sgradevole cryptor che ha iniziato a diffondersi già nel 2015. Cifrava documenti di lavoro, immagini e archivi (così come alcuni altri tipi di file) e poi chiedeva alle vittime di pagare un riscatto per decifrarli (anche conosciuto come rasomware). Diverse varietà utilizzavano nomi di file di fantasia come breaking_bad e da_vinci_code. Shade, tra l’altro, portava con sé degli amici, scaricando altri malware dopo aver cifrato tutti i dati che voleva.

Nel 2016, i nostri analisti del malware sono riusciti a creare un decryptor per le differenti versioni di Shade che esistevano allora. La cooperazione tra la polizia, dopo aver sequestrato i server con le chiavi di cifratura, e i ricercatori della sicurezza, ha reso possibile questo importante traguardo.

Tuttavia, il gruppo di cybercriminali che ha creato Shade ha continuato a sviluppare nuovi ceppi di ransomware per i quali il decryptor non poteva far nulla. I cybecriminali hanno continuato a diffondere Shade, rimanendo molto attivi fino a metà del 2019.

Il gruppo responsabile di Shade

Ma poi le cose sono cambiate. Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, il numero di utenti che si è imbattuto nel ransomware Shade è diminuito significativamente rispetto agli anni precedenti. Inoltre, i cybercriminali responsabili di questo ransomware hanno annunciato di aver deciso di gettare la spugna. Si sono persino scusati per i danni causati e hanno pubblicato circa 750.000 chiavi per decifrare i file.

Questo è un buon motivo per aggiornare il decryptor ed è quello che abbiamo fatto. Il nuovo decryptor di Shade è ora disponibile su noransom.kaspersky.com/it e può aiutare le persone a recuperare i loro file cifrati da Shade, indipendentemente dalla versione che li ha messi nei guai.

Ricordate, diciamo sempre che non dovreste pagare il riscatto anche se al momento non c’è un decryptor per recuperarli, perché alla fine verrà creato. Questo caso è un ottimo esempio del perché dovreste tenere i vostri file cifrati e aspettare, anche se siete stati colpiti da qualche altro tipo di ransomware: prima o poi si troverà il decryptor, come nel caso di Yatron y FortuneCrypt.

Uomo avvisato…

È un bene che tutte le vittime di Shade possano riavere i loro file. Tuttavia, sarebbe stato meglio non perderli affatto. Ecco quindi i nostri soliti tre consigli che vi aiuteranno a non essere vittime dei ransomware:

  • Effettuate regolarmente il backup dei vostri dati. Ecco come farlo correttamente;
  • Non cliccate su link sospetti e non aprite gli allegati alle e-mail da mittenti sconosciuti. In sostanza, usate il buon senso e imparate dagli errori. Una volta che si conoscono i soliti vettori di attacco, evitare minacce come Shade diventerà naturale;
  • Utilizzate una buona soluzione di sicurezza. Anche se pensate di essere davvero bravi a individuare le potenziali minacce, una soluzione di sicurezza affidabile vi aiuterà se in una remota occasione doveste sbagliarvi. È un po’ come la corda di sicurezza per il funambolo, meglio averla nonostante si sia sperimentato il rischio mille volte.

 

Autore
Hugh Aver
Kaspersky blog

5 Maggio 2020

La sicurezza delle app per videochiamate

 

Quanto sono sicure le applicazioni più popolari per videochiamate?

#iorestoacasa non è solo un tag popolare sui social network, ma anche una dura realtà per le aziende costrette dalla pandemia da coronavirus a far lavorare da remoto la maggior parte del proprio personale. Gli incontri faccia a faccia sono stati sostituiti dalle videochiamate. Tuttavia, le conferenze aziendali non servono solo per parlare del tempo, quindi prima di affidarsi a un’applicazione per videoconferenze, date un’occhiata ai suoi meccanismi di protezione dei dati. Per essere chiari, non abbiamo condotto dei test di laboratorio su queste app; abbiamo consultato fonti disponibili pubblicamente per informazioni su problemi noti nei software più diffusi.

Google Meet e Google Duo

Google offre due servizi di videochiamata: Meet e Duo. Il primo è un’applicazione che si integra con gli altri servizi di Google (G Suite). Se la vostra azienda li utilizza, Hangouts Meet si adatta bene.

Sicurezza — Google Meet

Tra i vantaggi di Meet, il vendor cita un’infrastruttura di elaborazione dati affidabile, la cifratura (non end-to-end, però) e una serie di strumenti di protezione, tutti attivi di default. Come la maggior parte degli altri prodotti aziendali, G Suite (e quindi anche Google Meet), segue standard di sicurezza avanzati e offre, tra le sue caratteristiche, opzioni di configurazione e di gestione dei diritti di accesso fra le sue impostazioni di sicurezza.

Sicurezza — Google Duo

L’app per cellulari Duo, invece, protegge i dati con la cifratura end-to-end. Tuttavia, si tratta di un’applicazione pensata per utenti privati, non per aziende. Le sue videochiamate possono ospitare un massimo di 12 partecipanti.

Vulnerabilità e lati negativi

A parte alcuni messaggi che ricordano a tutti noi che Google raccoglie i dati degli utenti e quindi può essere una minaccia per i segreti commerciali non siamo riusciti a trovare informazioni concrete sulle prestazioni di sicurezza di queste applicazioni di videoconferenza. Questo non significa che i servizi di Google siano impeccabili, ma sono supportati da un team di sicurezza molto forte che tende a risolvere i problemi prima che causino danni.

Slack

Su Slack, è possibile creare più spazi di lavoro in chat per i team, comodamente visualizzati in un’unica finestra, più canali all’interno dello spazio di lavoro dedicato ai diversi progetti. Le conferenze sono limitate a 15 partecipanti.

Sicurezza

Slack rispetta una serie di standard di sicurezza internazionali, tra cui SOC 2. Il servizio può essere configurato per lavorare con dati medici e finanziari e permette alle aziende di selezionare una zona per l’archiviazione dei dati. Inoltre, per entrare a far parte di uno spazio di lavoro Slack è necessario un invito o un indirizzo e-mail utilizzando il dominio aziendale.

Slack in più offre ai propri clienti strumenti flessibili di gestione dei rischi, integrazione con soluzioni di Data Loss Prevention (DLP) e strumenti di controllo di accesso ai dati. Ad esempio, gli amministratori possono limitare l’uso di Slack da dispositivi personali e la copia di informazioni dai propri canali.

Vulnerabilità e lati negativi

Secondo gli sviluppatori di Slack, solo un numero limitato di aziende ha realmente bisogno di una cifratura end-to-end, e l’implementazione della stessa per la sicurezza nell’applicazione per le videoconferenze può limitare le funzionalità. Pertanto, Slack apparentemente non ha intenzione di aggiungere la cifratura end-to-end.

Slack consente inoltre di integrare applicazioni di terze parti, la cui sicurezza non è di sua competenza.

Per di più, i ricercatori hanno trovato delle vulnerabilità gravi in Slack. L’azienda ha rilasciato patch per due vulnerabilità: un bug che permetteva ai cybercriminali di rubare i dati e uno che consentiva l’intercettazione della sessione di un utente.

Microsoft Teams

Microsoft Teams è integrato in Office 365, principale vantaggio per un utente aziendale. In risposta alla crescente richiesta di tool per lavorare da casa, Microsoft offre ora una prova gratuita di sei mesi di Microsoft Teams, ma gli utenti di prova non potranno configurare le impostazioni e le politiche degli utenti, un potenziale pericolo per la sicurezza.

Sicurezza

Teams rispetta diversi standard internazionali, può essere impostato per lavorare con dati medici riservati e vanta opzioni di gestione della sicurezza flessibili. Per quanto riguarda alcuni piani dei servizi, su Teams è possibile integrare strumenti aggiuntivi, come il DLP o la scansione dei file in uscita. La nostra soluzione di sicurezza per la protezione di MS Office 365 esegue la scansione dei dati scambiati attraverso Teams per evitare che i malware si diffondano attraverso la rete aziendale.

I dati inviati al server, sia che si tratti di chat che di videochiamate, sono cifrati, ma anche in questo caso non stiamo parlando di cifratura end-to-end. Parlando di immagazzinamento ed elaborazione, le informazioni non lasciano mai la zona in cui opera la vostra azienda.

Vulnerabilità

È una buona idea monitorare le vulnerabilità su Teams. In genere Microsoft le risolve rapidamente, ma si ripresentano di tanto in tanto. Ad esempio, dei ricercatori hanno recentemente scoperto una vulnerabilità (già risolta) che permetteva di prendere il controllo di un account.

Skype for Business

La versione su cloud di Skype for Business (il predecessore di Teams for Office 365) sta gradualmente diventando un ricordo del passato, ma è ancora possibile installarla in locale. Alcuni utenti lo trovano più comoda rispetto a Teams e Microsoft continuerà a fornire supporto per la versione locale di Skype durante i prossimi due anni.

Sicurezza

Skype for Business cifra le informazioni, ma non end-to-end, e la protezione del servizio è configurabile. Questa applicazione per videoconferenze utilizza anche un software per server locali, in modo tale che le videochiamate e altri dati non escano mai dalla rete aziendale, un evidente vantaggio.

Vulnerabilità e lati negativi

Il prodotto non durerà per sempre, per questo sarà vulnerabile ad attacchi come gli spyware commerciali. A meno che Microsoft non modifichi i suoi piani, il supporto per l’applicazione terminerà a luglio 2021 e Skype for Business Server 2019 riceverà supporto esteso fino al 14 ottobre 2025.

WebEx Meetings e WebEx Teams

Cisco WebEx Meetings è un servizio focalizzato esclusivamente sulle videoconferenze e Cisco WebEx Teams è un servizio completo di coworking che, tra le altre cose, supporta le videochiamate. Per quanto riguarda l’argomento di questo post, la differenza è nell’approccio dal punto di vista della cifratura.

Sicurezza

Cisco WebEx Meetings include servizi aziendali e cifratura end-to-end (l’opzione è disattivata di default, ma il provider del servizio può attivarla su richiesta. In questo modo si limita in qualche modo la funzionalità, ma se i vostri dipendenti si occupano di informazioni riservate durante le riunioni, è certamente una buona opzione da prendere in considerazione). Cisco WebEx Teams fornisce una cifratura end-to-end solo per i messaggi e i documenti, mentre le chiamate video e audio vengono decifrate sui server Cisco.

Vulnerabilità e lati negativi

Solo a marzo scorso, il vendor ha rilasciato una patch per due vulnerabilità di WebEx Meetings che minacciavano l’esecuzione da remoto del codice. E all’inizio dello scorso anno, un grave bug è stato individuato nel client WebEx Teams. Ciò ha permesso l’esecuzione di comandi con i diritti propri di un utente. Nonostante ciò, Cisco è noto per la sua serietà in materia di sicurezza e aggiorna i suoi servizi in modo rapido.

WhatsApp

WhatsApp è stato ideato per la comunicazione sociale, non per il business, ma l’applicazione gratuita può coprire le esigenze di videoconferenza di piccole aziende o team. Il programma non è adatto alle grandi aziende; la videoconferenza è disponibile solo per un massimo di quattro partecipanti alla volta.

Sicurezza

WhatsApp ha l’indiscutibile vantaggio di una vera cifratura end-to-end. Ciò significa che né terzi né i dipendenti di WhatsApp possono vedere le vostre videochiamate. Ma a differenza delle applicazioni aziendali, WhatsApp non offre quasi nessuna opzione di gestione della sicurezza per chat e chiamate, ma solo ciò che è integrato.

Vulnerabilità e lati negativi

Solamente l’anno scorso gli hacker hanno diffuso lo spyware Pegasus attraverso le videochiamate WhatsApp. Il bug è stato risolto, ma ricordate che l’app non è stata pensata per offrire una protezione per le aziende, quindi, come minimo, gli utenti dovrebbero seguire attentamente le notizie sulla sicurezza informatica.

Zoom

Zoom, una piattaforma di videoconferenza su cloud fa notizia fin dall’inizio della pandemia da coronavirus. Il suo prezzo flessibile (con conferenze gratuite di 40 minuti fino a 100 partecipanti) e la facilità d’uso hanno attirato tantissimi utenti, ma anche i punti deboli della piattaforma hanno richiamato altrettanta attenzione. Per questo, vi suggeriamo di seguire questi consigli per la sicurezza su Zoom.

Sicurezza

Il servizio rispetta lo standard internazionale di sicurezza SOC 2, offre un piano di servizio separato conforme all’HIPAA per i fornitori di servizi sanitari e ha una configurazione flessibile. Gli organizzatori delle sessioni possono bloccare i partecipanti anche quando il link corretto e la password, può impedire la registrazione della conferenza e altro ancora. Se necessario, Zoom può essere impostato in modo tale che il traffico non esca dall’azienda.

Zoom ha affrontato attivamente i problemi di vulnerabilità segnalati, e l’azienda afferma di voler dare priorità alla sicurezza dei prodotti rispetto all’aggiunta di nuove funzionalità.

Vulnerabilità e lati negativi

Zoom sostiene di aver implementato la cifratura end-to-end, ma la dichiarazione non è del tutto esatta. Con la cifratura end-to-end, nessuno, a parte il mittente e il destinatario, può leggere i dati trasmessi, mentre Zoom decifra i dati video sui suoi server e non sempre nemmeno nel paese d’origine della vostra azienda.

Nelle applicazioni Zoom sono state scoperte vulnerabilità di varia entità. I clienti di Windows e macOS che utilizzano Zoom hanno segnalato un bug (già risolto) che permetteva ai cybecriminali di rubare i dati contenuti nel computer. Altri due bug nell’app macOS consentono potenzialmente ai cybercriminali di impossessarsi completamente del dispositivo.

Inoltre, sono emerse numerose segnalazioni di troll su Internet che entravano nelle conferenze pubbliche non protette da password, per pubblicare commenti discutibili e condividere schermate con contenuti osceni. Nel complesso, è possibile risolvere il problema riguardante la sicurezza configurando correttamente la privacy della vostra conferenza, ma Zoom ha anche aggiunto una protezione con password di default per essere sicuri.

La notizia dei problemi di sicurezza di Zoom ha portato grandi protagonisti a screditare il servizio. Ma tutti i servizi hanno delle vulnerabilità e, nel caso di Zoom, l’esplosione di popolarità ha portato a essere sotto i riflettori.

Scegliete l’app più adatta a voi

Non esiste un’app per videochiamate perfettamente sicura, o nessuna app di alcun tipo, se è per questo. Scegliete un servizio i cui aspetti negativi non siano problematici per il vostro business. E ricordate, la scelta dell’app giusta è solo il primo passo.

  • Prendetevi il tempo necessario per configurare la privacy del servizio. Le impostazioni permissive hanno reso possibile molte fughe di dati;
  • Aggiornate tempestivamente le vostre app per risolvere le vulnerabilità il prima possibile;
  • Assicuratevi che i vostri dipendenti abbiano almeno le competenze di base di cybersecurity per un comportamento sicuro su Internet. In caso contrario, organizzate un corso di formazione a distanza di cybersecurity attraverso la nostra piattaforma Kaspersky Security Automated Awareness Platform.

Autore
Sergey Golubev
Kaspersky blog

30 Aprile 2020

Formare i dipendenti per uno smart working sicuro

Avete avuto la possibilità di formare i vostri dipendenti con le nozioni base di sicurezza informatica prima di spingere loro a lavorare da casa?

dipendenti sono l’anello debole di qualsiasi sistema di sicurezza aziendale. Chiunque abbia il compito di proteggere i sistemi informatici può confermarlo: non importa quanto sia avanzata una tecnologia di sicurezza, un dipendente disattento o incauto può sempre commettere un errore e mettere a rischio l’infrastruttura. Se di recente siete passati alla modalità smart working (come quasi la metà della popolazione attuale), il margine di errore adesso è di gran lunga maggiore.  

Quando si lavora in ufficio, i sistemi di protezione e il personale IT sono lì per sobbarcarsi una parte dell’onere. Non è una garanzia di perfetta sicurezza, naturalmente, ma almeno la soluzione antivirus dell’azienda bloccherà i siti di phishing e il team di sicurezza informatica potrà individuare anomalie nel traffico di un dispositivo infetto. Il teamIT installa prontamente gli aggiornamenti per correggere le vulnerabilità più recenti. 

dipendenti che sono passati alla modalità smart working ora si devono occupardi tutti questi aspetti e anche di altri. Qui è dove la cosiddetta “security awareness” comincia a svolgere un ruolo molto più significativo.  

Essere l’amministratore IT di sé stessi 

Quali dispositivi utilizzano i vostri dipendenti per lavorare da casa? Un portatile da ufficio in conformità con le politiche aziendali? Ottimo, ma non è ancora abbastanza. Quel portatile è ora collegato a una rete domestica sconosciuta. Quali altri dispositivi sono collegati al router? Che tipo di router è? Quanto è forte la sua password, chi ha configurato il dispositivo e come? Se il dipendente utilizza un computer di casa personale invece di uno aziendale, non si sa chi altro vi ha accesso, quale soluzione di sicurezza sia installata o se qualcuno si occupi di aggiornare il sistema operativo.   

Non stiamo suggerendo che tutti debbano diventare degli amministratori di sistema professionisti da un giorno all’altro, ma se si fosse in grado di identificare le minacce e i punti deboli sarebbe un grande vantaggio per tutti. Questo impedirebbe ai dipendenti di connettersi direttamente ai database aziendali senza un filtro VPN messo a disposizione dall’azienda o eviterebbe l’installazione di falsi “aggiornamenti flash player” e di lasciare che degli “esperti” esterni giochino con le impostazioni.

Essere il responsabile dati di sé stessi

Quali dati utilizzano i vostri dipendenti per svolgere il loro telelavoro quotidiano? Sanno cosa significa effettivamente detenere delle informazioni riservate e quali dati costituiscono un segreto aziendale? In un mondo perfetto, lo avrebbero imparato il primo giorno, in ufficio. Tuttavia, per un dipendente una cosa è lavorare con un elenco di clienti dell’UE su una sottorete di un ufficio isolato, un’altra completamente diversa è accedere a tali file da casa.  

Dopotutto, quando si lavora da remoto, la possibilità di utilizzare un tool di collaborazione non monitorato e non ufficiale può essere piuttosto allettante. Tutti devono avere ben chiaro quali dati possono essere inviati attraverso canali non ufficiali e quali non devono mai lasciare la rete indicatin nessuna circostanza. 

Essere l’esperto in sicurezza informatica di sé stessi 

Sia i lavoratori a distanza, sia gli esperti informatici devono capire che l’attuale pandemia è una benedizione per i cybercriminali. Abbiamo visto ondate di phishing relazionato al COVID-19, attacchi di massa o diretti a aziende specifiche. Alcuni truffatori cercano di portare a termine attacchi BEC, sperando che i loro messaggi sfuggano al flusso di e-mail in aumento dovuto allo smart working. Le nostre tecnologie di sicurezza hanno rilevato infrastrutture aziendali sottoposte a costanti scansioni dall’esterno alla ricerca di porte RDP aperte per portare a termine attacchi mirati. Questo è un motivo sufficiente per raddoppiare la vigilanza. 

Come formare i dipendenti in questo scenario  

Innanzitutto, bisogna trasmettere ai dipendenti l’idea che oggi sono più responsabili che mai della sicurezza delle informazioni. Questo può sembrarvi ovvio, ma semplicemente molte persone non ci pensano. Inoltre, è necessario aumentate il loro livello di sensibilizzazione in materia di sicurezza. Certo, al momento non ci sono sessioni di formazione in sicurezza informatica faccia a faccia, ma i nostri programmi a distanza compensano ampiamente questo inconveniente, programmi che aggiorniamo e miglioriamo costantemente.  

Il modo più semplice per impostare la formazione sulla cybersecurity a distanza è utilizzando la nostra piattaforma Kaspersky Automated Security Awareness. Non solo mantiene i dipendenti informati sulle ultime minacce, ma insegna anche a contrastarle. Inoltre, il manager ha il controllo del processo e può impostare il programma di formazione a distanza. Le lezioni sono state create da specialisti nel campo dell’educazione e della psicologia, che hanno reso il materiale interessante e facile da memorizzare 

Proprio di recente, i nostri esperti hanno aggiunto due moduli di formazione sui temi più rilevanti che riguardano i dati riservati e iGDPR. Il primo è destinato ai dipendenti che lavorano con dati personali, segreti commerciali o documenti interni. Il secondo è per le aziende i cui clienti o dipendenti sono cittadini dell’UE. 

Inoltre, i nostri esperti di formazione, insieme ad Area9 Lyceum, hanno creato un modulo complementare gratuito che si compone di due parti principali. La prima insegna ai partecipanti a organizzare un ambiente di lavoro sicuro da casa. La seconda non riguarda la sicurezza delle informazioni in sé, ma spiega come minimizzare il rischio di contrarre il COVID-19. Il modulo è disponibile qui.  

Autore
Nikolay Pankov
Kaspersky blog

23 Aprile 2020

8 errori di cybersecurity delle piccole e medie imprese

Anche se la vostra azienda è una piccola impresa, come una panetteria, non andrà lontano senza un computer. D’altronde, vendere e comprare al giorno d’oggi non è possibile senza un computer, quindi non averne almeno uno è inimmaginabile, per non parlare dei dispositivi mobili, che non sono solo onnipresenti ma indispensabili. Pertanto, chiunque avvii un’attività deve essere in grado di gestire la tecnologia moderna. In questo post parleremo degli errori informatici più comuni che abbiamo visto da parte di imprenditori in erba.

1. Password sui post-it

È divertente, in modo ironico, ma purtroppo vero: le password di accesso a tutte le risorse condivise tra aziende finiscono spesso scarabocchiate su dei post-it che poi rimangono attaccati sui computer dei dipendenti , dove chiunque entri in ufficio può vederle. Parliamo quindi di un uso scorretto delle password. Le conseguenze dipendono molto da quali risorse svela la password, ad esempio l’host del sito web, il sistema di contabilità o il computer che memorizza il database dei clienti, ma il tipico risultato di tale negligenza è il furto di informazioni o di denaro.

Soluzione: Assicuratevi che ogni computer dell’ufficio, i computer e i dispositivi mobili di ogni dipendente siano protetti da una password unica. Utilizzate un Password Manager per evitare password deboli, riutilizzate e dimenticate. Gli utenti della nostra soluzione per piccole aziende possono utilizzare lo stesso codice di licenza per attivare anche il nostro Password Manager.

2. Password condivise

Un’altra cosa da dire sulla sicurezza delle password: mantenetele private. Quando alcuni dipendenti hanno più diritti di accesso di altri, a volte le condividono, per comodità o per necessità. “Ehi, Cris, sono a letto con il raffreddore. Manderesti un file dal mio computer al capo? Ecco la mia password”. Mettiamo che più tardi, Cris se ne vada in preda alla rabbia, e anche se la sua password viene revocata prontamente, conosce le credenziali di accesso dell’altro e può scatenare il caos.

Soluzione: Sottolineate l’importanza della sicurezza delle password al personale e utilizzate l’autenticazione a due fattori, dove possibile.

3. Password semplici

Se la password dell’e-mail del vostro commercialista è password123 o simili, hackerarla su un semplice computer di casa richiede circa sei secondi. Per craccare una password come MyPaSsWoRd123 ci vogliono due giorni, poco tempo in ogni caso. Tuttavia, una password come P’@’s’w’0’r’d o simili richiederebbe più di 3.000 anni per essere craccata (almeno senza l’accesso a risorse di livello da data center). Un criminale informatico che cerca di ottenere quella password con un attacco di forza bruta non ha tutto questo tempo da perdere.

Soluzione: Anche le password devono essere diverse l’una dall’altra, il che le rende praticamente impossibili da ricordare. Utilizzate una sorta di regola mnemonica o installate il nostro password manager e dimenticatele senza rimorsi. A dire il vero, anche le password complesse possono essere oggetto di fughe di dati, quindi dovreste attivare l’autenticazione a due fattori dove possibile, poiché vi offre protezione in casi di questo tipo.

4. Nessun backup

I vostri database, i vostri registri contabili, i vostri file importanti e gli altri documenti indispensabili sono conservati da qualche parte, che sia su un computer personale, su un server o altrove. Per motivi di sicurezza, copiateli regolarmente anche da un’altra parte; in modo tale che, se l’hard disk dovesse rompersi, o il server venisse compromesso, i vostri file dovrebbero essere ancora protetti. Anche il vostro sito web ha bisogno di backup periodici.

Detto questo, fare i backup è una seccatura e la tentazione di rimandare è forte. Però è davvero necessario farli, e spesso. Nessuno si aspetta un’emergenza, ma un giorno un custode staccherà una spina che non doveva o l’hard disk (e il database dell’account di sistema su di esso) si romperà, o un malware bloccherà i vostri file importanti. Tutto ciò accadrà domani o tra un anno e trentatré giorni? Nessuno lo sa, ma scommetteremmo che qualunque “cosa” sia, nessuno se la sarebbe mai aspettata. Il custode attuale del vostro ufficio può anche stare molto attento, ma che ne sarà della sua eventuale sostituzione? La contabilità può essere inserita su tutti i nuovi computer, ma ogni disco rigido ha una sua “durata di vita”. E se un tubo scoppiasse proprio sopra la stanza dove c’è il server? Il punto è che ci si può preparare ad ogni sorta di possibilità, ma nessuno può aspettarsi l’imprevisto.

Soluzione: Eseguite il backup dei dati importanti e aggiornate regolarmente tutti i firmware e i software, in modo da ridurre al minimo il numero di falle nel sistema e nei software, falle attraverso le quali un intruso potrebbe entrare nella vostra rete. Avvaletevi di un’opzione di backup personalizzata. Se utilizzate [KSOS placeholder] Kaspersky Small Office Security[/KSOS placeholder], allora avete già un’utility sicura di automazione del backup.

5. Autorizzazioni di accesso dimenticate

I dipendenti e le aziende spesso prendono strade diverse. Se uno sviluppatore di un sito web, ad esempio, si licenzia a causa di una discussione, potrebbe potenzialmente cancellare parti del sito. La revoca dell’accesso è una parte importante di qualsiasi interruzione di collaborazione professionale, ma anche prima di ciò, limitate comunque l’accesso dei dipendenti solamente alle risorse di cui hanno bisogno per il loro lavoro.

Soluzione: Se un membro del personale va via, cambia posizione o gli viene chiesto di andarsene, verificate immediatamente quali siano le sue autorizzazioni di accesso e, se necessario, tali permessi vanno revocati o trasferiti.

6. Impostazioni di default

Anche un panificio ha bisogno di un router. Qualcuno ha impostato correttamente il vostro? In molti casi, la priorità di un dipendente di un ISP (fornitore di servizi Internet) è solo quella di farvi connettere, quindi inseriscono le impostazioni dell’ISP ed è tutto lì. Tuttavia, le combinazioni di login e password predefinite lasciano la vostra rete di lavoro essenzialmente scoperta. Essere hackerati ed essere aggiunti ad una botnet di spam non è la cosa peggiore che può accadervi. Per esempio, qualcuno potrebbe installare uno sniffer  (uno strumento che analizza tutto il vostro traffico)  a quel punto nessuna password complessa vi salverà. In poche parole, è fondamentale modificare le impostazioni di default sui router e su altri dispositivi di rete ed è semplicemente giusto farlo per ogni vostro dispositivo.

Soluzione: Impostate il router e la rete in modo appropriato. Non è un compito divertente, ma è veloce. Vanno cambiati almeno il nome dell’amministratore e la password, ma prendetevi anche un momento per assicurarvi che la vostra rete utilizzi la crittografia WPA2 e disabilitate la gestione remota del router, poi controllate (e installate) gli eventuali aggiornamenti del firmware disponibili. 

7. Mancanza di protezione antivirus

È allettante, e comune, pensare di essere troppo “piccoli” per essere un bersaglio. Altre scuse illusorie includono: “Sono intelligente e attento, quindi non mi succederà niente di male”; e “Ho un Mac, quindi non sarò infettato dai malware“. Essere intelligenti e utilizzare un sistema più sicuro con un minor numero di programmi malware è un bene. Ma tutti i vostri dipendenti dovrebbero essere intelligenti e attenti e i malware sono solo uno dei tanti pericoli. Considerate, almeno, il phishing, che per i Mac è rischioso tanto quanto lo è per Windows, per non parlare del fatto che è immensamente popolare tra i truffatori che attaccano le aziende.

Soluzione: Installate e configurate una soluzione di sicurezza forte e affidabile come Kaspersky Small Office Security. Impostatela per verificare e installare automaticamente gli aggiornamenti di sicurezza. Questa soluzione progettata specificamente per le piccole imprese dispone di un modulo antiphishing che vi aiuterà ad evitare pagine web volte a rubare le vostre credenziali di accesso e altri dati.

8. Dipendenti disinformati

Il primo passo è capire che si ha un problema; è improbabile che i dipendenti che non hanno una buona conoscenza dei moderni protocolli di sicurezza comunichino un incidente o una anomalia, se non ne sono nemmeno consapevoli. Bella sfida, no?! In ogni caso, a meno che non trasmettiate le vostre informazioni a tutti coloro che lavorano al vostro fianco, in modo comprensibile e attuabile, mediante formazione sulla cybersicurezza, uno di loro finirà per essere l’anello debole.

Soluzione: Formate sia i dipendenti di vecchia data, sia i nuovi arrivati. Le basi di una cultura digitale sicura sono: non aprire gli allegati di posta elettronica di mittenti sconosciuti, non cliccare su link senza prima verificare, utilizzare servizi su cloud affidabili con l’autenticazione a due fattori per i dati sensibili, non scaricare software da siti inaffidabili o illegali, e così via. Non avete tempo per la formazione sulla cybersicurezza? Utilizzate una piattaforma di apprendimento automatizzata.

Autore
Hugh Aver
Kaspersky blog

15 Aprile 2020