In occasione della festività del 25 aprile, i nostri uffici rimarranno chiusi lunedì 24 aprile e riapriranno mercoledì 26 aprile.
Staff Argonavis
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In occasione della festività del 25 aprile, i nostri uffici rimarranno chiusi lunedì 24 aprile e riapriranno mercoledì 26 aprile.
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La nuova versione della Kaspersky VPN integra nel nuovo aggiornamento il protocollo Wireguard, oltre a quello Hydra già supportato
Kaspersky annuncia l’aggiornamento della sua Kaspersky VPN. La nuova versione integra il protocollo Wireguard per una connessione più sicura e trasparente. Tra le altre funzionalità aggiunte sono disponibili la modalità dark e nuove aree di connessione. Inoltre, Pango, fornitore dell’infrastruttura VPN di Kaspersky, è stato sottoposto a un Application Security Audit condotto da Aon Cyber Solutions.
Uno degli aggiornamenti più significativi è l’integrazione del protocollo Wireguard, oltre a quello Hydra già supportato. Si tratta di un protocollo open source, un passo importante per aumentare la credibilità del prodotto. Al momento, questo protocollo funziona su dispositivi Windows, ma si prevede di aggiungere altre piattaforme come MacOS, iOS e Android nel corso dell’anno. Questa novità consente agli utenti di scegliere quale dei due protocolli utilizzare: Wireguard o Hydra.
Alla fine dello scorso anno, Aon Cyber Solution ha sottoposto Pango, fornitore di servizi VPN di Kaspersky, a un “trust audit” per valutare la sicurezza relativa alla privacy del codice sorgente Catapult Hydra dell’azienda e della piattaforma Partner VPN. I risultati dell’audit hanno confermato la sicurezza e la riservatezza delle attività degli utenti.
Oltre al nuovo protocollo, è disponibile anche la modalità “tema scuro”, che è oggi una parte importante nella progettazione della UX per permettere agli utenti di personalizzare il prodotto. Inoltre, la nuova versione ha aggiunto nuove aree in cui i clienti possono collegarsi, nel 2023 sono stati, infatti, inseriti Bangladesh (Dhaka), Liechtenstein (Vaduz), Russia (Novosibirsk) e Cina (Shanghai).
Secondo i recenti risultati dei testi AV-TEST, Kaspersky VPN è attualmente la soluzione più veloce, in grado di superare i principali fornitori di VPN sul mercato [1] . Kaspersky VPN ha conquistato il primo posto tra le categorie più esaminate e ha dimostrato un’eccezionale capacità di download e velocità dei torrent sia nei test locali che all’estero. Inoltre, Kaspersky VPN ha evidenziato un’imbattibile resistenza alle fughe di dati nei test di settore (in qualsiasi categoria).
[1] L’elenco completo dei provider VPN che hanno partecipato al test e altri dettagli sono disponibili al seguente link.
Per ulteriori informazioni sulle soluzioni Kaspersky: dircom@argonavis.it
Vi informiamo che i nostri uffici rimarranno chiusi nei seguenti giorni:
venerdì 7 e martedì 11 aprile.
Buona Pasqua dallo Staff Argonavis
Kaspersky presenta un tool per la decriptazione del ransomware basato sul codice sorgente del gruppo Conti precedentemente rivelato
Kaspersky ha pubblicato l’aggiornamento dello strumento di decriptazione del ransomware di una versione basata sul codice sorgente del gruppo Conti precedentemente rivelato. Si tratta di una gang specializzata in ransomware che domina la scena del cybercrimine dal 2019 e i cui dati, compreso il codice sorgente, sono stati rivelati a marzo 2022 in seguito a un conflitto interno causato dalla crisi geopolitica in Europa. La modifica scoperta è stata distribuita da un gruppo ransomware sconosciuto ed è stata utilizzata per colpire aziende e istituzioni statali.
Verso la fine di febbraio 2023, gli esperti di Kaspersky hanno scoperto una nuova fuga di dati, pubblicati sui forum. In seguito ad un’analisi delle informazioni che contenevano 258 chiavi private, il codice sorgente e alcuni decrittatori precompilati, Kaspersky ha rilasciato una nuova versione del sistema di decriptazione pubblico per aiutare le vittime degli attacchi causati dal gruppo Conti.
Conti è apparso alla fine del 2019 ed è stato molto attivo per tutto il 2020, rappresentando più del 13% di tutte le vittime di ransomware. Tuttavia, un anno fa, una volta trapelato il codice sorgente, diverse modifiche del ransomware Conti sono state create da diverse bande di criminali e utilizzate nei loro attacchi.
La variante del malware di cui sono state diffuse le chiavi era stata scoperta dagli specialisti di Kaspersky a dicembre 2022 ed è stato utilizzato in diversi attacchi contro aziende e istituzioni statali.
Le chiavi private divulgate si trovano in 257 cartelle (solo una di queste contiene due chiavi). Alcune contengono decodificatori generati in precedenza e diversi file comuni: documenti, foto e altro. Presumibilmente questi sono file di prova – quelli che la vittima invia agli attaccanti per assicurarsi che possano essere decriptati.
Tra le cartelle, 34 contengono nomi di aziende e pubbliche amministrazioni. Supponendo che una cartella corrisponda a una vittima e che i decrittatori siano stati generati per le vittime che hanno pagato il riscatto, si può ipotizzare che 14 su 257 abbiano deciso di pagarlo.
Dopo aver analizzato i dati, gli esperti hanno rilasciato una nuova versione del programma di decriptazione pubblico per aiutare le vittime di questa variante del ransomware Conti. Il codice di decriptazione e tutte le 258 chiavi sono state aggiunte all’ultima build dell’utility RakhniDecryptor 1.40.0.00 di Kaspersky. Inoltre, lo strumento di decriptazione è stato aggiunto al sito “No Ransom” di Kaspersky.
Per ulteriori informazioni sulle soluzioni Kaspersky: dircom@argonavis.it
Il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) ha dato il via alla sua azione coordinata per l’attuazione del Regolamento nel 2023 (Coordinated Enforcement Framework – CEF 2023).
Nel corso dell’anno, 26 Autorità di controllo dello Spazio Economico Europeo (SEE), compreso il Garante europeo della protezione dei dati, parteciperanno al CEF 2023 focalizzandosi sulla designazione e la posizione dei Responsabili della protezione dei dati (RPD).
Operando come intermediari tra le Autorità di protezione dei dati, le persone fisiche e i titolari di trattamento pubblici e privati, i responsabili della protezione dei dati svolgono un ruolo essenziale nel contribuire al rispetto della normativa sulla protezione dei dati e nel promuovere una tutela efficace dei diritti degli interessati.
Per valutare se i RPD operino realmente nei termini previsti dagli articoli 37-39 RGPD e dispongano delle risorse necessarie per svolgere i propri compiti, le autorità di controllo realizzeranno le attività previste dal CEF a livello nazionale in diversi modi:
– saranno inviati questionari ai RPD per facilitare la raccolta di elementi istruttori ovvero per individuare la necessità di accertamenti formali;
– avvio di accertamenti formali;
– follow-up degli accertamenti formali in corso.
I risultati dell’attività congiunta saranno analizzati in modo coordinato e le autorità di controllo valuteranno eventuali azioni ulteriori a livello nazionale. Inoltre, attraverso l’aggregazione dei risultati, sarà possibile un’analisi più approfondita con un follow-up mirato a livello dell’UE. L’EDPB pubblicherà una relazione sui risultati di tale analisi una volta concluse le singole attività.
Si tratta della seconda iniziativa nell’ambito del Coordinated Enforcement Framework (CEF).
Le iniziative del CEF mirano ad armonizzare l’attuazione delle norme e la cooperazione tra le autorità di controllo.
Nel 2022, il tema prescelto è stato l’uso dei servizi cloud da parte del settore pubblico. Il 18 gennaio 2023 è stata pubblicata una relazione sui risultati di questa prima iniziativa del CEF.
Per ulteriori informazioni:
– Cloud nella PA: i Garanti europei lanciano un’indagine coordinata
– Cloud nella PA: le Autorità Ue chiedono il rispetto della privacy