Rischio di attacchi omografici per tutti i programmi di Microsoft Office

 
 
 

Tratto da www.bitdefender.it – 06/06/2022

Bitdefender Labs annuncia che tutti i programmi MS Office (inclusi Outlook, Word, Excel, OneNote e PowerPoint) sono vulnerabili agli attacchi omografici ai nomi di dominio internazionalizzati (IDN).

Un attacco omografico consiste nell’utilizzare domini con nomi molto simili agli originali, appartenenti a marchi noti o all’azienda obiettivo dell’attacco del criminale informatico ( l’attacco omografico più semplice consiste nel sostituire “o” con “0” ad esempio g00gle.com), con la finalità di attirare gli utenti su siti fasulli e di ottenere così dati personali, di diffondere malware o rendere più credibile una mail di phishing, facendo credere al malcapitato di essere nel sito web originale. Tuttavia, gli attacchi omografici IDN possono essere irriconoscibili dai domini a cui stanno facendo spoofing, perché le lettere dei vari alfabeti sono quasi identiche.

Sebbene il rischio di attacchi omografici IDN sia stato rilevato nei browser web, Bitdefender ha riscontrato che i nomi di dominio oggetto di spoofing utilizzati nelle applicazioni MS Office rimangono cammuffati, rendendo elevata la probabilità di clic da parte dell’utente.

Principali rilevazioni

  • Bitdefender ha scoperto che tutte le applicazioni di Microsoft Office rimangono vulnerabili agli attacchi di tipo omografico IDN.
  • Bitdefender ha testato altre applicazioni di produttività e ha riscontrato un comportamento incoerente: alcune applicazioni visualizzano sempre l’indirizzo reale, mentre altre visualizzano un nome internazionale.
  • Bitdefender ha segnalato questo problema a Microsoft nell’ottobre 2021 e il Microsoft Security Response Center ha confermato la validità dei risultati del vendor. Ad oggi non è ancora chiaro se e quando Microsoft risolverà il problema.
  •  Gli attacchi al nome di dominio internazionalizzato sono uno strumento efficace che gli avversari di alto livello (APT o RaaS) possono utilizzare contro obiettivi di alto valore (aziende o persone). Bitdefender ha osservato attacchi di spoofing che hanno preso di mira istituzioni finanziarie e borse di criptovalute.

Le raccomandazioni di Bitdefender

  • Considerare la possibilità di attacchi omografici nei momenti di formazione e di sensibilizzazione degli utenti, compresa la possibilità di attacchi omografici contro la supply chian dell’azienda.
  • Implementare una soluzione di sicurezza per gli endpoint che rilevi e blocchi i siti web dannosi.
  • Utilizzare i servizi di reputazione di IP e URL per tutti i dispositivi aziendali. Una semplice regola da tenere in considerazione: se l’URL inizia con xn--, il sito è sospetto.

Ogni mese Bitdefender esamina i dati della sua telemetria per ottenere maggiori informazioni sul panorama delle minacce in merito agli attacchi omografici. Analizzando queste informazioni emerge una chiara tendenza a prendere di mira le operazioni finanziarie, con un focus primario sui mercati delle criptovalute.

4 Luglio 2022

Bitdefender, il nuovo partner di Argonavis

 
 
 
 

Per meglio rispondere alle esigenze dei clienti e ampliare la proposta di soluzioni in grado di proteggere le aziende, pubbliche e private, dalle moderne minacce informatiche, Argonavis ha incluso Bitdefender tra i suoi partner.

Bitdefender ha sviluppato la soluzione GravityZone Business Security che combina apprendimento automatico ed euristica con firme e altre tecniche per offrire una protezione da ogni tipo di malware, oltre a minacce come phishing, ransomware, exploit e zero-day.

GravityZone Business Security protegge e monitora, con una sola console di facile gestione, workstation e server (fisici o virtuali).

Principali caratteristiche e vantaggi:

Network Attack Defense

La soluzione offre un nuovo livello di protezione dagli attacchi che cercano di accedere al sistema sfruttando le vulnerabilità della rete; blocca minacce come attacchi di forza bruta, furti di password, exploit di rete e movimenti laterali prima che possano essere eseguite.

Prevenzione e mitigazione dei ransomware

Lo stack completo anti-ransomware di Bitdefender offre copie di backup aggiornate, automatiche e a prova di manomissione dei file degli utenti, senza utilizzare le copie shadow; capacità di blocco e prevenzione (Network Attack Defense; Anti-Exploit avanzato; Machine Learning anti-malware); monitoraggio dei processi in tempo reale (Advanced Threat Control) e tecnologie di mitigazione dei rischi da fattore umano ed endpoint.

Protezione multilivello per gli endpoint

I desktop, portatili e server sono protetti con una sicurezza multilivello: apprendimento automatico, euristica, firme, protezione della memoria e monitoraggio costante dei processi in esecuzione, blocco dei malware, disinfezione, messa in quarantena e ripristino in caso di modifiche dannose.

Sicurezza web-based – Nessun hardware necessario

Non servirà alcun server dedicato e neppure più dipendenti IT, poiché GravityZone centralizza tutte le funzionalità di sicurezza in una sola console. I dipendenti non devono mai aggiornare o monitorare le attività di sicurezza. E’ possibile risparmiare tempo installando in remoto la protezione su tutti i computer non protetti attraverso una procedura semplice e completa. La soluzione di sicurezza può essere impiegata in locale oppure ospitata da Bitdefender nel cloud.

Protezione integrata con Endpoint Risk Management

Identificare, valutare e rimediare efficacemente ai punti deboli degli endpoint è fondamentale per l’esecuzione di un programma di sicurezza sano e ridurre i rischi organizzativi. Endpoint Risk Management è un’infrastruttura per ridurre l’esposizione e rinforzare la superficie dell’endpoint, scoprendo e priorizzando errori nella configurazione di sistemi operativi e software. Gli amministratori possono affrontare le vulnerabilità utilizzando questa interfaccia.

Apprendimento automatico e IA perfezionati negli anni

Intelligenza artificiale e apprendimento automatico sono essenziali per combattere un panorama di minacce più grande e sofisticato che mai.

Il più grande cloud di informazioni di sicurezza

Con più di 500 milioni di sistemi protetti, la Bitdefender Global Protective Network esegue 11 miliardi di query al giorno e utilizza l’apprendimento automatico e la correlazione degli eventi per rilevare le minacce senza rallentare gli utenti.

Monitoraggio comportamento applicazioni avanzato

Process Inspector di Bitdefender monitora continuamente i processi in esecuzione per rilevare eventuali segni di comportamenti dannosi. Una tecnologia proprietaria e innovativa lanciata nel 2008 come (AVC), è stata migliorata costantemente, mantenendo Bitdefender sempre un passo avanti alle minacce emergenti.

Per ulteriori informazioni: dircom@argonavis.it

1 Luglio 2022

GDPR: consultazione sull’uso delle certificazioni per trasferire i dati all’estero

 
 
Tratto da www.garanteprivacy.it – 30/06/2022
 

Le imprese e le organizzazioni della società civile avranno tempo fino al 30 settembre per proporre modifiche alle “Linee guida sulle certificazioni come strumento per i trasferimenti” dei dati personali in Paesi fuori dallo Spazio economico europeo, appena approvate dai Garanti privacy europei in seno all’EDPB.

Il documento messo in consultazione, e al quale ha contribuito anche il Garante italiano, fornisce chiarimenti ed esempi pratici per l’utilizzo delle certificazioni come strumento di trasferimento dei dati personali di interessati – come i propri clienti, dipendenti, utenti – verso Paesi terzi per i quali non sia stata riconosciuta l’adeguatezza da parte della Commissione europea. Lo strumento della certificazione può rivelarsi di particolare importanza, aggiungendosi ad altri strumenti già esistenti, come le clausole contrattuali standard, le clausole contrattuali ad hoc e le regole vincolanti di impresa.

Le linee guida appena approvate sono composte da quattro parti e approfondiscono aspetti specifici della certificazione come strumento per i trasferimenti. Nella prima parte si analizzano temi di carattere generale, tra cui il ruolo di chi importa dati nel Paese terzo che riceve una certificazione e quello di chi li esporta. Nella seconda parte, i Garanti forniscono chiarimenti su alcuni dei requisiti di accreditamento degli organismi di certificazione (già contenuti in precedenti linee guida EDPB e nell’ISO 17065). Nella terza parte si analizzano i criteri specifici per dimostrare l’esistenza di garanzie adeguate per il trasferimento, che riguardano in particolare la valutazione della legislazione dei Paesi terzi, gli obblighi generali degli esportatori e degli importatori, le norme in materia di trasferimenti successivi, i diritti dei terzi beneficiari e i mezzi di tutela esercitabili, le misure da adottare per le situazioni in cui la legislazione e le prassi nazionali impediscano il rispetto degli impegni assunti dall’importatore nell’ambito della certificazione e nei casi di richieste di accesso ai dati da parte delle autorità di paesi terzi. Nella quarta parte vengono affrontati gli impegni vincolanti e applicabili da attuare.

Il GDPR impone infatti che i titolari e i responsabili del trattamento non soggetti al Regolamento europeo, quando aderiscono a un meccanismo di certificazione destinato ai trasferimenti, assumano impegni vincolanti ed esecutivi attraverso strumenti contrattuali o altri strumenti giuridicamente vincolanti, riguardo alle garanzie previste dal meccanismo di certificazione, anche per quanto riguarda i diritti degli interessati.

Le linee guida propongono anche un allegato con esempi specifici per l’utilizzo di una certificazione come strumento per i trasferimenti.

Google: Garante privacy stop all’uso degli Analytics. Dati trasferiti negli Usa senza adeguate garanzie

 
Tratto da www.garanteprivacy.it – 23/06/2022
 

Il sito web che utilizza il servizio Google Analytics (GA), senza le garanzie previste dal Regolamento Ue, viola la normativa sulla protezione dei dati perché trasferisce negli Stati Uniti, Paese privo di un adeguato livello di protezione, i dati degli utenti.

Lo ha affermato il Garante per la privacy a conclusione di una complessa istruttoria avviata sulla base di una serie di reclami e in coordinamento con altre autorità privacy europee. Dall’indagine del Garante è emerso che i gestori dei siti web che utilizzano GA raccolgono, mediante cookie, informazioni sulle interazioni degli utenti con i predetti siti, le singole pagine visitate e i servizi proposti. Tra i molteplici dati raccolti, indirizzo IP del dispositivo dell’utente e informazioni relative al browser, al sistema operativo, alla risoluzione dello schermo, alla lingua selezionata, nonché data e ora della visita al sito web. Tali informazioni sono risultate oggetto di trasferimento verso gli Stati Uniti. Nel dichiarare l’illiceità del trattamento è stato ribadito che l’indirizzo IP costituisce un dato personale e anche nel caso fosse troncato non diverrebbe un dato anonimo, considerata la capacità di Google di arricchirlo con altri dati di cui è in possesso.

All’esito di tali accertamenti il Garante ha adottato il primo di una serie di provvedimenti con cui ha ammonito Caffeina Media S.r.l. che gestisce un sito web, ingiungendo alla stessa di conformarsi al Regolamento europeo entro novanta giorni. Il tempo indicato è stato ritenuto congruo per consentire al gestore di adottare misure adeguate per il trasferimento, pena la sospensione dei flussi di dati effettuati, per il tramite di GA, verso gli Stati Uniti.

Il Garante ha evidenziato, in particolare, la possibilità, per le Autorità governative e le agenzie di intelligence statunitensi, di accedere ai dati personali trasferiti senza le dovute garanzie, rilevando al riguardo che, alla luce delle indicazioni fornite dall’EDPB (Raccomandazione n. 1/2020 del 18 giugno 2021), le misure che integrano gli strumenti di trasferimento adottate da Google non garantiscono, allo stato, un livello adeguato di protezione dei dati personali degli utenti.

Con l’occasione l’Autorità richiama all’attenzione di tutti i gestori italiani di siti web, pubblici e privati, l’illiceità dei trasferimenti effettuati verso gli Stati Uniti attraverso GA, anche in considerazione delle numerose segnalazioni e quesiti che stanno pervenendo all’Ufficio. E invita tutti i titolari del trattamento a verificare la conformità delle modalità di utilizzo di cookie e altri strumenti di tracciamento utilizzati sui propri siti web, con particolare attenzione a Google Analytics e ad altri servizi analoghi, con la normativa in materia di protezione dei dati personali.

Allo scadere del termine di 90 giorni assegnato alla società destinataria del provvedimento, il Garante procederà, anche sulla base di specifiche attività ispettive, a verificare la conformità al Regolamento Ue dei trasferimenti di dati effettuati dai titolari.

24 Giugno 2022

Follina: file di Office come cavallo di troia

 
Tratto da Blog Kaspersky
Autore:  Editorial Team – 02/06/2022
 
 

La nuova vulnerabilità CVE-2022-30190, nota come Follina, consente di sfruttare il Windows Support Diagnostic Tool attraverso i file di MS Office

 

 

I ricercatori hanno scoperto un’altra grave vulnerabilità nei prodotti Microsoft che potenzialmente permette agli hacker di eseguire un codice arbitrario. Il MITRE ha classificato questa vulnerabilità con il nome di CVE-2022-30190, mentre i ricercatori l’hanno chiamata in modo un po’ poetico Follina. La cosa più preoccupante è che non esiste ancora un fix per questo bug e ciò che è ancor più grave è che la vulnerabilità viene già sfruttata attivamente da molti criminali informatici. L’aggiornamento è in fase di sviluppo, ma nel frattempo consigliamo a tutti gli utenti e amministratori di Windows di utilizzare workaround temporanei.

Che cos’è CVE-2022-30190 e quali sono i prodotti interessati?

La vulnerabilità CVE-2022-30190 è contenuta nello strumento di diagnostica Microsoft Windows Support Diagnostic Tool (al quale ci riferiremo con la sua sigla MSDT), il che non sembra un grosso problema. Purtroppo, a causa dell’implementazione di questo strumento, la vulnerabilità può essere sfruttata tramite un file MS Office dannoso.

L’MSDT è un’applicazione utilizzata per raccogliere automaticamente informazioni diagnostiche e inviarle a Microsoft quando qualcosa non funziona su Windows. Lo strumento può essere richiamato da altre applicazioni (Microsoft Word è l’esempio più noto) attraverso un protocollo URL speciale di MSDT. Se la vulnerabilità viene sfruttata con successo, un utente malintenzionato può eseguire un codice arbitrario con i privilegi dell’applicazione che ha richiamato l’MSDT, ovvero, in questo caso, con i diritti dell’utente che ha aperto il file dannoso.

La vulnerabilità CVE-2022-30190 può essere sfruttata in tutti i sistemi operativi della famiglia Windows, sia desktop che server.

Come i cyber-criminali sfruttano CVE-2022-30190

Per capire come funziona un attacco, i ricercatori che hanno scoperto questa vulnerabilità offrono il seguente esempio.

I criminali creano un documento Office dannoso e fanno in modo che la vittima lo riceva. Il modo più comune per farlo è inviare un’e-mail con un allegato dannoso, condito con qualche classico stratagemma di social engineering per convincere il destinatario ad aprire il file in questione. Per esempio, un e-mail con un messaggio del tipo “controlla urgentemente il contratto, firma domani mattina” potrebbe funzionare.

Il file infetto contiene un link a un file HTML che contiene a sua volta un codice JavaScript capace di eseguire un codice dannoso nella riga di comando tramite l’MSDT. Se lo sfruttamento va a buon fine, gli hacker possono installare programmi, visualizzare, modificare o distruggere dati, nonché creare nuovi account, ovvero avere il via libera all’interno del sistema utilizzando i privilegi della vittima.

Come proteggersi

Come menzionato in precedenza, non esiste ancora una patch. Nel frattempo, Microsoft consiglia disabilitare il protocollo URL di MSDT. Per farlo, è necessario aprire il prompt dei comandi con diritti di amministratore ed eseguire il comando reg delete HKEY_CLASSES_ROOT\ms-msdt /f. Prima di farlo, vi raccomandiamo di eseguire un back up del registro eseguendo il seguente codice: reg export HKEY_CLASSES_ROOT\ms-msdt filename. In questo modo, potrete ripristinare velocemente il registro con il comando reg import filename non appena questo workaround non sarà più necessario.

Naturalmente, questa è solo una misura temporanea e la cosa migliore sarebbe installare, non appena disponibile, l’aggiornamento che corregga la vulnerabilità Follina.

I metodi descritti per sfruttare questa vulnerabilità prevedono l’uso di e-mail con allegati dannosi e metodi di social engineering. Pertanto, si consiglia di prestare ancora più attenzione del normale alle e-mail provenienti da mittenti sconosciuti, in particolare ai file Office allegati. Per le aziende, è opportuno sensibilizzare regolarmente i dipendenti circa i trucchi più importanti e comuni utilizzati dagli hacker.

Inoltre, tutti i dispositivi con accesso a Internet dovrebbero essere dotati di solide soluzioni di sicurezza. Tali soluzioni possono impedire l’esecuzione di codici dannosi sul computer dell’utente anche quando si sfrutta una vulnerabilità sconosciuta.

6 Giugno 2022