Dichiarazione di accessibilità: la scadenza per i privati e le PA

 
Tratto da www.bitmat.it
Autore:  Redazione BitMAT – 22/09/2022
 
 

Si avvicinano i termini entro cui va compilata e presentata la dichiarazione di accessibilità. Sul sito di AgID è disponibile il modello da utilizzare.

Dichiarazione di accessibilità

Sono state fissate le date per presentare la dichiarazione di accessibilità, lo strumento attraverso il quale viene reso pubblico lo stato di accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobile.

Le Pubbliche Amministrazioni devono farlo entro il 23 settembre, mentre i privati che offrono servizi al pubblico attraverso siti web o applicazioni mobili, con un fatturato medio negli ultimi tre anni di attività superiore a cinquecento milioni di euro, hanno tempo fino al 5 novembre. Da quest’anno, infatti, la presentazione della dichiarazione di accessibilità dovrà essere fatta anche da questi soggetti, in base a quanto previsto dal DL 76/2020.

Dal prossimo anno la scadenza del 23 settembre sarà valida sia per amministrazioni pubbliche che soggetti privati.

Per presentare la dichiarazione di accessibilità, le PA devono utilizzare esclusivamente il form online messo a disposizione da AgID. Per i privati, invece, è disponibile un modello che dovrà essere linkato nel footer dei siti web o nella sezione dedicata alle informazioni generali riportate nello store per le applicazioni mobili e nel relativo sito web del soggetto erogatore.

L’aggiornamento annuale, oltre a essere un obbligo di legge, può rappresentare un’occasione utile per fare il punto sul tema dell’accessibilità, rivedendo i propri siti e le proprie app in modo da garantire servizi digitali sempre più inclusivi.

26 Settembre 2022

FinSpy: il più avanzato tool di spionaggio

 
Tratto da Blog Kaspersky
Autore: Julia Glazova – 13/10/2021
 
 

 
 
Lo spyware FinSpy prende di mira gli utenti di Android, iOS, macOS, Windows e Linux.

È un programma spyware commerciale utilizzato dalle forze dell’ordine e dalle agenzie governative di tutto il mondo. FinSpy ha acceso per la prima volta il radar dei ricercatori nel 2011, quando i documenti relativi ad esso sono apparsi su WikiLeaks. Il codice sorgente è apparso online nel 2014, ma la storia di FinSpy non finisce di certo lì: dopo ulteriori modifiche, il malware continua ad infettare i dispositivi di tutto il mondo, fino ad oggi.

FinSpy è versatile, con versioni per computer su Windows, macOS e Linux, così come su dispositivi mobili con Android e iOS. Le sue capacità variano a seconda della piattaforma, ma in tutti i casi il malware impiega vari mezzi per trasmettere quantità di dati, segretamente, ai suoi gestori.

Come si è diffuso FinSpy

Lo spyware ha diversi modi per infiltrarsi nei dispositivi Windows.

Per esempio, può nascondersi in pacchetti di distribuzione infetti, compresi i download di TeamViewer, VLC Media Player, WinRAR e altri. Scaricando e eseguendo l’applicazione modificata è esattamente come si mette in moto una catena di infezione a più fasi.

Inoltre, i ricercatori Kaspersky hanno trovato il malware loader in componenti che si caricano prima del sistema operativo: UEFI (Unified Extensible Firmware Interface, l’interfaccia attraverso la quale il sistema operativo comunica con l’hardware) e MBR (Master Boot Record, necessario per avviare Windows). In entrambi i casi, il semplice avvio del computer porta all’installazione di FinSpy.

Uno smartphone o un tablet possono infettarsi con un link in un SMS.

In alcuni casi (per esempio, se sull’iPhone della vittima non è stata avviata la procedura di jailbreak), il criminale informatico potrebbe aver bisogno di un accesso fisico al dispositivo, il che complica un po’ il tutto. Inoltre, sembra che l’accesso fisico sia necessario ai cybercriminali per infettare i dispositivi Linux, ma non è possibile dirlo con certezza.

Quali dati ruba FinSpy?

FinSpy ha ampie capacità di sorveglianza dell’utente. Per esempio, le versioni per PC del malware possono:

  • Accendere il microfono e registrare o trasmettere tutto ciò che sente;
  • Registrare o trasmettere in tempo reale tutto ciò che l’utente digita sulla tastiera;
  • Accendere la telecamera e registrare o trasmettere immagini da essa;
  • Rubare i file con cui l’utente interagisce: accede, modifica, stampa, riceve, cancella e così via;
  • Scattare screenshot o salvare una sezione dello schermo su cui l’utente fa clic;
  • Rubare e-mail dai clienti di Thunderbird, Outlook, Apple Mail e Icedove;
  • Intercettare contatti, chat, chiamate e file su Skype.

Inoltre, la versione Windows di FinSpy può origliare le chiamate VoIP, intercettare certificati e chiavi di cifratura di certi protocolli, scaricare ed eseguire strumenti di raccolta di dati forensi. Oltre a tutto questo, la versione Windows di FinSpy può infettare gli smartphone BlackBerry, quindi anche questa piattaforma, ormai in disuso, non è trascurata.

Per quanto riguarda le versioni mobili di FinSpy, possono ascoltare e registrare le chiamate (voce o VoIP), leggere i messaggi di testo e monitorare l’attività degli utenti nelle app di messaggistica istantanea come WhatsApp, WeChat, Viber, Skype, Line, Telegram, Signal e Threema. Lo spyware mobile invia anche agli operatori una lista di contatti della vittima, chiamate, eventi del calendario, dati di geolocalizzazione e molto altro.

Come fare per evitare FinSpy

Sfortunatamente, non è così facile proteggersi del tutto dallo spyware di livello governativo. Tuttavia, si possono prendere alcune precauzioni contro FinSpy e altre app di sorveglianza:

  • Scaricare le app solo da fonti fidate, sia per programmi per cellulari che per desktop o laptop. Inoltre, gli utenti Android dovrebbero vietare l’installazione da fonti sconosciute per ridurre le possibilità di infezione;
  • Fermarsi e pensare prima di cliccare su link in e-mail e messaggi di sconosciuti. Prima di cliccare, controllare attentamente dove porta il link;
  • Non fare il jailbreak dello smartphone o tablet; il rooting di Android e il jailbreak di iOS rendono le effrazioni molto più facili;
  • Non lasciare i dispositivi incustoditi dove degli estranei ne hanno accesso;
  • Installare una protezione affidabile su tutti i dispositivi che si possiedono.

14 Ottobre 2021

I suggerimenti del Garante per tutelare la tua privacy quando usi delle app

 
 
Tratto da www.garanteprivacy.it
 
 
 

Le app sono strumenti presenti ormai su numerosi dispositivi e strumenti digitali che si utilizzano quotidianamente (smartphone, tablet, pc, dispositivi indossabili, smart car, smart TV, dispositivi domotici, console per videogiochi) e offrono una vasta gamma di servizi, dalla messaggistica agli acquisti online, dalle videochiamate all’home banking, dalla formazione alla misurazione di parametri sportivi e sanitari, dalla prenotazione di viaggi e alberghi ai giochi, dalla gestione da remoto di dispositivi domotici (aspirapolvere, antifurto, illuminazione, ecc.) ai giochi, dai servizi della pubblica amministrazione alla gestione delle diete alimentari. Sono strumenti utili, divertenti, a volte indispensabili.

Ma non sempre quando si utilizza una app ci si preoccupa anche di tutelare la propria privacy.

Per proteggere i nostri dati personali e la nostra vita privata occorre quindi conoscere alcune regole fondamentali e mettere in campo adeguate cautele. Vediamo quali.

Prima di installare una app, cerca di capire quanti e quali dati verranno raccolti e come verranno utilizzati, consultando l’informativa sul trattamento dei dati personali.

In particolare, verifica:

  • chi tratterà i tuoi dati personali e con quali finalità;
  • per quanto tempo verranno conservati i dati personali che ti riguardano;
  • se i tuoi dati potranno essere condivisi con terze parti per finalità commerciali o di altro tipo.

Se per il download dell’app o per la sua installazione è prevista una registrazione, limitati a fornire i dati personali strettamente necessari all’attivazione del servizio.

Verifica se alcune informazioni raccolte dall’app possono essere diffuse automaticamente online (ad esempio, se è possibile che l ’app produca post automatici sui social media) e – nel caso le impostazioni lo prevedano – valuta se disattivare questa funzionalità.

Potresti infatti rivelare involontariamente a tutti informazioni personali.

In generale, è bene evitare di memorizzare nella app i dati delle credenziali di accesso (username, password, PIN) di carte di credito e sistemi di pagamento. I malintenzionati sono sempre in agguato.

Una app può richiedere accesso alle immagini e ai file che conservi in memoria, ai contatti in rubrica, ai dati sulla geolocalizzazione (cioè dati che contengono informazioni sulla tua posizione in un dato momento e suoi tuoi spostamenti), al microfono e alla fotocamera dei tuoi dispositivi.

Valuta sempre con attenzione se consentire l’accesso a determinate informazioni e funzionalità. Se una app richiede obbligatoriamente accesso a dati e funzionalità non strettamente necessari rispetto ai servizi offerti, evita di installarla.

IMPORTANTE: Occorre fare particolare attenzione alle app che, grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale, consentono di modificare foto e video (ad esempio, per invecchiare i volti), inserire la propria faccia sui corpi altrui (ad esempio, di personaggi famosi) oppure trasformare il genere sessuale (da uomo a donna e viceversa). Le immagini e le informazioni raccolte in questo modo potrebbero essere utilizzate anche da malintenzionati per fini dannosi per la dignità e la reputazione delle persone, come avviene nel fenomeno del deep fake (creazione di foto e video falsi a partire da immagini vere).

In ogni caso:

  • se la app chiede accesso alla fotocamera o all’archivio di immagini del tuo smartphone, pc o tablet, verifica che siano spiegati in modo chiaro dal fornitore della app tutti i possibili utilizzi delle tue immagini;
  • ricorda che dai volti si può risalire a informazioni di natura sensibile come i dati biometrici, che potrebbero anche essere utilizzati da malintenzionati per finalità illecite (basti pensare ai dati biometrici del volto, già oggi utilizzati, ad esempio, come password per l’accesso agli smartphone) o ceduti a terzi per finalità ignote.

Alcuni spunti di riflessione

Molte app, tra cui quelle social, possono individuare e condividere con terzi la tua posizione e i tuoi spostamenti nel tempo, ad esempio utilizzando alcune funzioni del tuo smartphone. Se preferisci mantenere riservate queste informazioni, puoi disattivare la raccolta dei dati di posizione da parte delle singole app, modificando le impostazioni del tuo dispositivo relative ai servizi di geolocalizzazione.

Se utilizzi una app che prevede funzioni per la condivisione di foto e video sui social o tramite messaggistica, accertati sempre che le persone riprese siano d’accordo a diffondere online la propria immagine ed eventuali informazioni sulla loro vita privata.

Se usi una app per il dating (appuntamenti online), ricorda di informarti su come verranno trattate e conservate le informazioni che ti riguardano, e a chi verranno eventualmente resi noti aspetti della tua vita privata che potresti voler mantenere riservati.

Le app che misurano le tue prestazioni sportive o monitorano e registrano il tuo stato fisico (esempio: battito cardiaco, pressione, ecc.) sono in grado di raccogliere dati sensibili che potrebbero essere trasmessi a terzi per finalità non sempre conosciute. Verifica quindi sempre quali informazioni possono essere rilevate e trattate dalla app, stabilisci tu con chi condividerle (ad esempio, scegliendo nelle impostazioni di renderle visibili a tutti, solo agli “amici” o a nessuno) e decidi eventualmente di disattivare la rilevazione e il trattamento dei dati non indispensabili per il servizio (ad esempio, si può scegliere di monitorare la durata e la distanza percorsa correndo o andando in bicicletta anche senza rilevare il battito cardiaco).

Ricorda che insieme alle app potresti scaricare inavvertitamente virus e malware pericolosi per la tua privacy

Per evitare rischi:

  • installa sul dispositivo che ospita le app anche un software antivirus in grado di proteggere i dati personali da eventuali violazioni;
  • imposta password di accesso sicure e aggiornale periodicamente;
  • aggiorna periodicamente la app: le nuove versioni contengono di solito anche miglioramenti sul fronte della sicurezza informatica;
  • non disattivare mai i controlli di sicurezza previsti dal tuo dispositivo, se non sei assolutamente consapevole di ciò che stai facendo;
  • fai sempre attenzione alla provenienza delle app. In particolare:
  • evita di scaricare app tramite siti web che non ti sembrano affidabili o cliccando link che ti vengono inviati tramite SMS o messaggistica. In generale, è meglio scaricare le app dai market ufficiali, che garantiscono la presenza di controlli da parte dei gestori del market sull’affidabilità dei prodotti e permettono di consultare le eventuali recensioni di altri utenti (sull’uso di una determinata app, sugli sviluppatori o sul market stesso) per verificare se sono, ad esempio, segnalati problemi riguardanti la sicurezza dei dati. Se il market prevede la creazione di un account, ricorda di informarti sempre su come tratterà i dati richiesti per la sua attivazione;
  • leggi con attenzione le descrizioni delle app che intendi installare (se, ad esempio, nei testi sono presenti errori e imprecisioni, c’è da sospettare).

Pensa ai rischi che possono correre i minori

Meglio evitare che i minori possano scaricare e utilizzare app da soli. I più giovani, infatti, sono meno consapevoli dei pericoli e più esposti al rischio di una raccolta e diffusione incontrollata di dati personali proprio dei familiari.

Inoltre, potrebbero diventare oggetto di attenzione di malintenzionati che cercano di contattarli, oppure fare involontariamente acquisti online o diffondere inconsapevolmente dati sensibili o informazioni sul conto bancario o la carta di credito dei genitori.

Se i minori utilizzano dispositivi quali PC, tablet, smartphone, smart TV, console per videogiochi, servizi di streaming online, usati anche da altri familiari, si può decidere di creare un profilo con impostazioni d’uso limitate, in modo che alcune delle app installate o alcuni contenuti non siano accessibili ai minori.

Nei casi in cui ci siano dubbi sull’effettivo rispetto delle norme o sul corretto uso dei propri dati personali, ci si può rivolgere al Garante per la protezione dei dati personali.

Per informazioni e tutela: www.garanteprivacy.it

11 Novembre 2020