Piano di risposta al ransomware in 6 passaggi – Seconda parte

Fase 3: Comunicazione e reportistica

Segnalare l’incidente e comunicare in modo trasparente l’accaduto con le parti interessate. Comunicazioni tempestive contribuiranno a mitigare le conseguenze a lungo termine, come la perdita di credibilità e i danni punitivi.

Le azioni da intraprendere includono:

Comunicare internamente: Informare immediatamente tutti i dipendenti e i reparti interessati e comunicare loro le misure adottate per contenere l’incidente. Emanare periodicamente aggiornamenti.

Informare le autorità competenti: Riportare l’incidente alle forze dell’ordine locali o nazionali come richiesto dalle ordinanze locali. Assicurarsi di soddisfare tutti gli obblighi legali relativi a specifiche normative sulla privacy e sulla protezione dei dati.

Comunicare con l’esterno: Informare i clienti e i partner commerciali dell’incidente e rilasciare informazioni appropriate sull’entità del danno. Notare che è normale che i criminali minaccino di diffondere informazioni riservate per costringere le vittime a pagare il riscatto.

Essere trasparenti: Se da un lato è naturale che le aziende vogliano nascondere informazioni dannose, dall’altro le notizie di attacchi informatici sono inevitabili. La trasparenza riduce al minimo i danni alla reputazione, aiuta gli investigatori e offre alle parti interessate l’opportunità di adottare misure per proteggere i dati sensibili.

Fase 4: Strategie di contenimento

Prima di intraprendere azioni per sradicare il ransomware dal sistema, acquisire le immagini del sistema e il contenuto della memoria volatile di tutti i dispositivi infetti. Queste informazioni sono utili durante le indagini forensi per determinare cosa è successo e in che modo i sistemi sono stati compromessi. È fondamentale preservare le informazioni volatili memorizzate nella memoria di sistema, nei registri di sicurezza e nei buffer di registro del firewall.

Rivolgersi alle forze dell’ordine, all’agenzia di cybersecurity nazionale e al fornitore di servizi di sicurezza per identificare se i ricercatori hanno sviluppato strumenti di decrittazione o identificato difetti di crittografia utilizzabili per decrittografare i dati. Queste risorse possono anche fornire informazioni aggiuntive sui passaggi per identificare i sistemi interessati e su come disattivare i file binari del ransomware.

Altri passaggi includono:

  • Identificazione dei sistemi coinvolti
  • Disabilitazione degli endpoint VPN, basati sul cloud ed esposti pubblicamente
  • Disattivazione della crittografia dei dati lato server
  • Identificazione dei meccanismi di persistenza interni ed esterni.

Fase 5: Strategie di eradicazione

L’obiettivo principale della strategia di estirpazione è la rimozione di tutte le tracce di ransomware e malware dai sistemi (questione distinta dai dati). Sebbene a volte sia possibile disinfettare i sistemi, in genere è più semplice e sicuro cancellarli e ricostruirli da zero utilizzando modelli e immagini pulite.

I passaggi includono:

  • Pulire o sanificare tutti i sistemi infetti
  • Ricostruire i sistemi aziendali, a partire da quelli critici
  • Reimpostare tutte le password
  • Gestire e bloccare le vulnerabilità, i siti Web e il malware identificati.

Una volta eliminate tutte le tracce del ransomware e ricostruiti i sistemi, occorre far emanare una dichiarazione dall’autorità IT designata per confermare che l’incidente ransomware è terminato.

Fase 6: Rispristino e restauro

A questo punto, è possibile ripristinare i dati e tornare al lavoro. È anche il momento in cui si beneficerà della lungimiranza che ha portato a utilizzare soluzioni innovative per ripristinare rapidamente dagli attacchi ransomware. Veeam offre diverse soluzioni, tra cui una replica di backup per creare una macchina virtuale attivabile e utilizzabile rapidamente.

Le fasi del ripristino e del restauro includono:

  • Usare backup sicuri per ripristinare i sistemi
  • Assicurarsi che i backup siano puliti, in modo da non reinfettare i sistemi puliti durante il ripristino
  • Implementare le lezioni apprese dall’attacco per rafforzare le misure di sicurezza
  • Implementare soluzioni di monitoraggio continuo del ransomware
  • Completare una valutazione post-incidente.

Best practice per la risposta agli incidenti ransomware

L’incidenza degli attacchi ransomware è tale da giustificare la loro inclusione nella stessa categoria degli altri piani di gestione della continuità aziendale. Questi includono strategie per affrontare incidenti gravi, disastri naturali e disaster recovery.

Il punto di partenza per un piano di risposta agli incidenti ransomware è un piano di ripristino accuratamente studiato e documentato. In genere, questo piano include tutte le parti interessate, una chiara dichiarazione degli obiettivi di ripristino e delle strategie di comunicazione. Il piano identifica i responsabili e definisce chiaramente le azioni da intraprendere in caso di attacco ransomware.

Ecco alcuni aspetti da considerare:

Team di risposta: Identificare tutti i membri del team di risposta, le loro responsabilità e funzioni. Nominare un leader designato responsabile del coordinamento delle attività.

Inventario: Compilare un elenco completo di tutte le risorse hardware e software fisiche e cloud, insieme ai diagrammi di come queste si interconnettono, comprese le funzionalità speciali come VPN, cloud privati virtuali, WAN e API.

Funzioni critiche: Elencare e assegnare priorità a funzioni aziendali critiche, applicazioni, set di dati e backup.

Elenco dei contatti di emergenza: Includere tutti i dipendenti, i provider di servizi, i fornitori e i clienti che potrebbero essere interessati da un incidente ransomware.

Formazione: Formare i membri del team sui loro ruoli e responsabilità e simulare un incidente con un Kit di Prevenzione Ransomware per assicurarsi che tutti abbiano familiarità e si sentano a proprio agio nel proprio ruolo.

Piano d’azione per il ransomware: Preparare un piano d’azione dettagliato di risposta al ransomware.

Lezioni apprese: Documentare le lezioni apprese durante le simulazioni di addestramento e gli attacchi reali.

La formalizzazione e l’adozione di queste best practice per la protezione dal ransomware aiuteranno l’organizzazione a rispondere in modo rapido ed efficace in caso di attacco e garantiranno di disporre di backup puliti per ripristinare e riconnettere i servizi.

Inizia con Veeam

Sebbene sia sempre possibile ricreare le strutture IT, un’azienda non può sopravvivere a un attacco ransomware se non può accedere a dati puliti. La soluzione di backup online di Veeam risolve questo problema. Veeam offre un’unica soluzione che dà il controllo totale sul ripristino con immutabilità multi-livello, monitoraggio completo e automazione. Veeam funziona con le comuni soluzioni basate sul cloud e con le soluzioni on-premises per Windows, Linux e Mac.

Per informazioni sulle soluzioni Veeam: dircom@argonavis.it

7 Febbraio 2025

Piano di risposta al ransomware in 6 passaggi – Prima parte

Il ransomware è un software dannoso che crittografa i file, impedendo agli utenti di accedere o utilizzare i sistemi informatici. Solitamente accompagnato da una richiesta di riscatto, un attacco ransomware paralizza i computer, i server e i file infetti. Gli attacchi sono comuni: il Report globale sulle tendenze nel ransomware 2023 di Veeam ha rivelato che nei 12 mesi precedenti, l’85% delle organizzazioni ha subìto almeno un attacco informatico. Sebbene l’80% abbia pagato il riscatto, solo il 75% è tornato ad accedere ai propri dati e, in media, ha recuperato solo il 66% dei dati. In particolare, gli hacker hanno preso di mira i repository di backup il 75% delle volte.

D’altro canto, il 16% delle organizzazioni attaccate ha ripristinato i propri dati senza pagare un riscatto. Queste organizzazioni disponevano di backup puliti, immutabili e affidabili e di una strategia di risposta al ransomware integrata che ha funzionato come previsto. Il punto è che è possibile ripristinare da un attacco ransomware se si dispone di un solido piano per gestire gli attacchi ransomware.

Componenti chiave di un piano di risposta al ransomware

Dal momento che gli attacchi sono così comuni, è essenziale sapere come ripristinare rapidamente da un attacco ransomware. Gli aspetti critici del piano di ripristino da ransomware dovrebbero includere sistemi di rafforzamento della protezione, rigorose misure di prevenzione, rilevamento e risposta al ransomware, misure di ripristino e restauro e piani per informare le autorità competenti e le parti interessate. Condurre sempre un’analisi post-incidente per prevenire attacchi futuri.

Fase 1: Misure preventive

È possibile adottare diverse misure per prevenire e mitigare gli attacchi ransomware. Queste includono la formazione dei dipendenti, la valutazione dei rischi, il rafforzamento delle soluzioni hardware e software, la segmentazione della rete e la disponibilità di backup dei dati sicuri:

Istruire i dipendenti: I dipendenti sono la prima linea di difesa contro gli attacchi malware, quindi è necessario formarli a riconoscere gli attacchi, informarli sulle minacce ransomware e su come rilevare i segnali di sistemi compromessi.

Eseguire le valutazioni dei rischi: Utilizzare team di esperti per eseguire valutazioni del rischio e identificare i punti deboli nelle tue difese contro malware e ransomware.

Rafforzare le impostazioni delle porte e degli endpoint: Disabilitare le porte desktop remoto (RDP) inutilizzate e limitare RDP e altre porte del protocollo di accesso remoto agli host attendibili. Allo stesso modo, rafforzare gli endpoint con impostazioni di configurazione protette.

Segmentare le reti e applicare i controlli di accesso: Segmentare le reti utilizzando VPN e strumenti fisici. Tenere separate le parti della rete rivolte al cliente da quelle rivolte all’interno. Adottare il principio zero trust quando si concede l’accesso.

Implementare tutti gli aggiornamenti e le patch del software: Limitare il rischio di intrusione implementando meticolosamente aggiornamenti e patch di sicurezza.

Adottare policy di backup sicuro e ridondanza dei dati: Pianificare attentamente la strategia di backup, poiché rappresenta l’ultima linea di difesa. Eseguire i backup frequentemente, assicurarsi di avere copie immutabili che non possono essere modificate. Mantenere almeno un set di backup completamente offline. Verificare regolarmente l’integrità del backup.

Fase 2: Rilevamento e risposta

È fondamentale reagire prontamente a qualsiasi incidente ransomware. Con gli strumenti di monitoraggio adeguati, è spesso possibile interrompere un attacco mentre è in corso. A tale scopo, è necessario disporre di una copertura 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e di strumenti di rilevamento del ransomware online. In questo modo, si mitigano i danni e si possono pulire i sistemi più velocemente, come segue:

Determinare i sistemi interessati: Stabilire quali sistemi sono interessati e isolarli immediatamente dal resto della rete. Se l’attacco ha interessato diversi sistemi e non è possibile verificarne inizialmente la portata, disconnettere la rete. Se non si riesce a portare facilmente i sistemi offline, limitare la portata dell’infezione scollegando i cavi Ethernet e disabilitando il Wi-Fi.

Spegnere le apparecchiature: Se non è possibile scollegare i dispositivi dalla rete, spegnere le apparecchiature interessate. Notare che questo passaggio può rimuovere le prove conservate nella memoria volatile.

Valutare i sistemi interessati: Identificare i sistemi critici per l’organizzazione ed elencarli in ordine di importanza in termini di priorità dell’organizzazione.

Esaminare i registri: Esaminare i log di sistema per identificare precursori come malware dropper, attacchi precedenti e reti compromesse.

Determinare cosa è successo: Stabilire la sequenza degli eventi che hanno portato all’attacco e in che modo l’attaccante è stato in grado di penetrare nella rete.

Individuare la minaccia: Identificare il ransomware, la sua variante e qualsiasi altro malware presente nel sistema.

(continua…)

6 Febbraio 2025

CACTUS: attacco ransomware multi-fase coordinato. La ricerca di Bitdefender

 
 
 

Tratto da www.bitdefender.it/news – 28/02/2024

Si tratta di uno dei primi casi documentati di attacco simultaneo contro due aziende distinte a pochi minuti di distanza l’una dall’altra

Bitdefender ha pubblicato una nuova ricerca che ha rilevato che il gruppo ransomware CACTUS ha iniziato a lanciare attacchi multi-fase coordinati.

Dopo aver indagato su un attacco ransomware contro un’azienda non sua cliente, Bitdefender ha stabilito che CACTUS ha utilizzato una vulnerabilità del software meno di 24 ore dopo la divulgazione del POC. Dopo essersi infiltrato nella prima azienda e aver impiantato diversi strumenti di accesso remoto e tunnel su vari server, CACTUS ha individuato l’opportunità di spostarsi in un’altra azienda che fa parte della stessa organizzazione della prima azienda, ma che opera in modo completamente indipendente (reti e domini separati).

CACTUS ha scoperto le macchine che collegavano le due aziende e le ha colpite con estrema precisione e coordinazione a distanza di 5 minuti l’una dall’altra, e dopo 30 minuti ha paralizzato l’infrastruttura di virtualizzazione (comprese le macchine virtuali e i controller di dominio).

Bitdefender ritiene che il successo dell’attacco coordinato sarà implementato negli schemi di CACTUS e ripetuto anche prossimamente, poiché sono estremamente attivi.

Principali conclusioni:

  • CACTUS ha utilizzato una vulnerabilità meno di 24 ore dopo la divulgazione del POC per ottenere l’accesso alla prima azienda e ha poi distribuito strumenti di accesso remoto e tunnel sui loro server.
  • CACTUS ha scoperto che, nonostante le reti e i domini separati, le macchine di un’azienda erano presenti nella rete dell’altra, perché le due società fanno capo alla stessa organizzazione.
  • Gli attacchi sono avvenuti a distanza di cinque minuti l’uno dall’altro e hanno incorporato l’esfiltrazione dei dati, la crittografia dei dati e un attacco secondario contro le infrastrutture di virtualizzazione di entrambe le aziende.
  • CACTUS ha attaccato sia Hyper-V che VMware ESXi, mentre in precedenza era noto per colpire solo i carichi di lavoro Windows.

Bitdefender invita le aziende a mantenere uno stato di allerta elevato, ad applicare gli Indicatori di Compromissione trovati nella ricerca e a ridurre il rischio che l’attacco abbia successo applicando tattiche di difesa specifiche, tra cui l’impiego di tecnologie di rilevamento e risposta, l’applicazione di un rigoroso controllo degli accessi ai dati, la valutazione e la segmentazione delle reti per limitare gli spostamenti laterali non autorizzati.

La ricerca è disponibile qui.

15 Marzo 2024

Decriptazione del ransomware: ci pensa Kaspersky

 
 
Tratto da www.lineaedp.it
Redazione: LineaEDP – 17/03/2023
 
 

Kaspersky presenta un tool per la decriptazione del ransomware basato sul codice sorgente del gruppo Conti precedentemente rivelato

 

Kaspersky ha pubblicato l’aggiornamento dello strumento di decriptazione del ransomware di una versione basata sul codice sorgente del gruppo Conti precedentemente rivelato. Si tratta di una gang specializzata in ransomware che domina la scena del cybercrimine dal 2019 e i cui dati, compreso il codice sorgente, sono stati rivelati a marzo 2022 in seguito a un conflitto interno causato dalla crisi geopolitica in Europa. La modifica scoperta è stata distribuita da un gruppo ransomware sconosciuto ed è stata utilizzata per colpire aziende e istituzioni statali.

Verso la fine di febbraio 2023, gli esperti di Kaspersky hanno scoperto una nuova fuga di dati, pubblicati sui forum. In seguito ad un’analisi delle informazioni che contenevano 258 chiavi private, il codice sorgente e alcuni decrittatori precompilati, Kaspersky ha rilasciato una nuova versione del sistema di decriptazione pubblico per aiutare le vittime degli attacchi causati dal gruppo Conti.

Conti è apparso alla fine del 2019 ed è stato molto attivo per tutto il 2020, rappresentando più del 13% di tutte le vittime di ransomware. Tuttavia, un anno fa, una volta trapelato il codice sorgente, diverse modifiche del ransomware Conti sono state create da diverse bande di criminali e utilizzate nei loro attacchi.

La variante del malware di cui sono state diffuse le chiavi era stata scoperta dagli specialisti di Kaspersky a dicembre 2022 ed è stato utilizzato in diversi attacchi contro aziende e istituzioni statali.

Le chiavi private divulgate si trovano in 257 cartelle (solo una di queste contiene due chiavi). Alcune contengono decodificatori generati in precedenza e diversi file comuni: documenti, foto e altro. Presumibilmente questi sono file di prova – quelli che la vittima invia agli attaccanti per assicurarsi che possano essere decriptati.

Tra le cartelle, 34 contengono nomi di aziende e pubbliche amministrazioni. Supponendo che una cartella corrisponda a una vittima e che i decrittatori siano stati generati per le vittime che hanno pagato il riscatto, si può ipotizzare che 14 su 257 abbiano deciso di pagarlo.

Dopo aver analizzato i dati, gli esperti hanno rilasciato una nuova versione del programma di decriptazione pubblico per aiutare le vittime di questa variante del ransomware Conti. Il codice di decriptazione e tutte le 258 chiavi sono state aggiunte all’ultima build dell’utility RakhniDecryptor 1.40.0.00 di Kaspersky. Inoltre, lo strumento di decriptazione è stato aggiunto al sito “No Ransom” di Kaspersky.

Per la decriptazione del ransomware e per proteggersi da questo tipo di attacchi, Kaspersky consiglia di:

  • Non utilizzare i servizi di remote desktop (come RDP) sulle reti pubbliche se non è assolutamente necessario, è importante utilizzare sempre password sicure per questo servizio.
  • Installare tempestivamente le patch disponibili per le soluzioni VPN commerciali che forniscono accesso ai dipendenti che lavorano da remoto e costituiscono dei gateway per la rete.
  • Concentrare la strategia di difesa sul rilevamento di movimenti laterali ed esfiltrazione dei dati attraverso Internet. Prestare particolare attenzione al traffico in uscita per individuare le connessioni dei criminali informatici.
  • Eseguire regolarmente il backup dei dati. Assicurarsi di poter accedere rapidamente ai dati in caso di emergenza.
  • Utilizzare soluzioni come Kaspersky Endpoint Detection and Response Expert e il servizio Kaspersky Managed Detection and Response che aiutano a identificare e bloccare l’attacco nelle fasi iniziali, prima che i criminali informatici raggiungano i loro obiettivi finali.
  • Utilizzare le informazioni più recenti di Threat Intelligence per essere sempre al corrente sulle attuali TTP utilizzate dagli attori delle minacce. Il portale Kaspersky Threat Intelligence è un unico punto di accesso per la TI di Kaspersky, che fornisce dati e approfondimenti sui cyberattacchi raccolti dal nostro team in 25 anni. Per aiutare le aziende a mettere in atto difese efficaci in questi tempi difficili, Kaspersky ha annunciato l’accesso gratuito a informazioni indipendenti, continuamente aggiornate e di provenienza globale sui cyberattacchi e le minacce in corso.

Per ulteriori informazioni sulle soluzioni Kaspersky: dircom@argonavis.it

20 Marzo 2023

CryWiper: il finto ransomware

 
Tratto da Blog Kaspersky
Autore:  Editorial Team – 09/12/2022
 
Il nuovo malware CryWiper danneggia i file in modo irreversibile spacciandosi per ransomware
 
 
 
 
 
 

Gli esperti Kaspersky hanno scoperto un attacco da parte di un nuovo Trojan, ribattezzato CryWiper. A prima vista il malware sembra un ransomware: modifica i file, aggiunge loro un’estensione e salva un file README.txt con una richiesta di riscatto, che contiene l’indirizzo del portafogli Bitcoin, l’indirizzo e-mail di contatto degli sviluppatori del malware e l’ID dell’infezione. In realtà il malware è, a tutti gli effetti, un wiper. Un file modificato da CryWiper non potrà essere ripristinato al suo stato originale. Mai. Pertanto, se trovate una richiesta di riscatto e i vostri file presentano una nuova estensione .CRY non affrettatevi a pagare: è inutile.

In passato, gli esperti avevano già incontrato alcuni tipi di malware che diventavano wiper per sbaglio, a causa di errori degli sviluppatori che implementavano in modo alquanto maldestro algoritmi di crittografia. Tuttavia, questo non è il caso: gli esperti sono certi che lo scopo principale dei malviventi non sia il guadagno economico, bensì la distruzione dei dati. I file non vengono realmente crittografati in quanto il Trojan li sovrascrive con dati generati in modo pseudo-casuale.

Cosa sta cercando CryWiper?

Il Trojan danneggia dati non essenziali per il funzionamento del sistema operativo. Non coinvolge file con estensione .exe, .dll. .lnk, .sys oppure .msi, ignorando molte cartelle di sistema nella directory C:\Windows. Il malware si focalizza su database, archivi e documenti degli utenti.

Fino ad ora gli esperti Kaspersky hanno rilevato unicamente attacchi localizzati verso obiettivi nella Federazione Russa. In ogni caso, di solito, nessuno può garantire che lo stesso codice non venga utilizzato nuovamente verso target diversi.

Come funziona il Trojan CryWiper

Oltre a sovrascrivere direttamente il contenuto dei file con immondizia varia, CryWiper funziona così:

  • crea un task che riavvia il wiper ogni cinque minuti utilizzando Task Scheduler;
  • invia il nome del computer infetto al server C&C e attende un comando per iniziare l’attacco;
  • sospende i processi legati ai server di database MySQL e MS SQL, i server di posta MS Exchange e i servizi web di MS Active Directory (se così non fosse, l’accesso ad alcuni file verrebbe bloccato e sarebbe impossibile danneggiarli);
  • cancella le copie shadow dei file in modo che non possano essere riparati (tuttavia, per qualche strana ragione, solo nell’unità C:);
  • disabilita la connessione al sistema infetto tramite un protocollo di accesso remoto RDP.

Lo scopo di quest’ultima azione non è completamente chiaro. Probabilmente, con questo tipo di disattivazione gli sviluppatori del malware hanno cercato di complicare il lavoro dell’Incident Response Team, che avrebbe chiaramente preferito avere l’accesso remoto al computer infetto. Nel post su Securelist (disponibile solo in russo) potete trovare i dettagli tecnici dell’attacco, insieme agli indicatori di compromissione.

Come proteggersi

Gli esperti raccomandano i seguenti accorgimenti per proteggere i computer aziendali sia da ransomware che wiper:

  • controllate attentamente le connessioni di accesso remoto alla vostra infrastruttura; vietate le connessioni da network pubblici, permettete l’accesso RDP solo attraverso un tunnel VPN e utilizzate delle password uniche molto forti, oltre all’autenticazione a due fattori;
  • aggiornate il software critico regolarmente, prestando particolare attenzione al sistema operativo, alle soluzioni di sicurezza, ai client VPN e gli strumenti di accesso remoto;
  • sensibilizzate i dipendenti utilizzando, per esempio, degli strumenti specifici online;
  • utilizzate soluzioni avanzate di sicurezza per proteggere sia i dispositivi di lavoro che il perimetro della rete aziendale.

16 Dicembre 2022